Noi non siamo la Romagna: purtroppo per Valentino

L'articolo critica la richiesta di anonimato del lettore, ironizzando sulle sue idee eugenetiche sugli anziani. Si evidenzia la testardaggine del lettore e si sottolinea l'importanza di accettare le diversità culturali.

Noi non siamo la Romagna: purtroppo per Valentino

Noi non siamo la Romagna: purtroppo per Valentino

Gentile lettore, non era necessario che mi chiedesse di non firmare la lettera col suo nome ma con la sigla "lettera firmata". Per il tono, le cose dette, la condivisione che ci coinvolge ci avrebbero preso per i fondelli, con l’invito eugenetico a stabilire che sopra gli ottant’anni i vecchi vanno dotati di bisaccia e sandali e cacciati fuori dalle porte della città con pane e acqua sufficienti per un paio di giorni, nella speranza che al resto pensino i lupi, i cinghiali o magari basta la Montelabbatese. Ciò premesso e sottoscritto, non posso però fare a meno di constatare che lei ha la testa più dura "d’un zòc", eppure non solo è acculturato oltre misura, ma è anche uomo di mondo. Le spiego una cosa che anch’io ho appreso comunque molto in ritardo, ma una volta assimilata ci si sente molto meglio: se vedi i lungomare di Cattolica, Rimini. Riccione e compagnia vuol dire che sei in Romagna; se vedi il lungomare di Pesaro vuol dire che sei nelle Marche, a casa tua e qui la nostra testa è fatta così: se nasci tondo non puoi essere quadrato, come ha ben scritto su queste pagine un lettore. Rotonda è la Palla di Pomodoro e semirotondo è il casco di Valentino, un bel giorno rotolatici addosso. E appena metti uno "spigolo", come in viale Trieste, qualcuno ci va a sbattere.