
di Giorgia Monticelli
Studenti delle superiori che diventano professori per gli alunni della terza età con l’obiettivo di insegnare ai "nonni" l’utilizzo base degli smartphone, tra applicazioni di messaggistica e Spid. Sono in totale 16 i liceali della classe 4 I del Marconi che hanno speso le loro 40 ore di alternanza scuola-lavoro per insegnare ai meno esperti come addentrarsi nel mondo del web. Il progetto "Anche noi in rete" lanciato dall’Auser, si è concluso ieri con l’ultima lezione dedicata al giusto utilizzo del motore di ricerca ‘Google’ e delle funzioni generali dei cellulari rivolta ai sei alunni over 70.
"L’Auser ha lanciato l’idea della convenzione che permetteva ai nostri studenti di avviare un percorso di Pcto (percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento) diverso dal solito – ha spiegato Elena del Prete, insegnante di lettere al Marconi e coordinatrice del progetto –. Per la prima volta, da studenti si sono improvvisati professori per gli alunni della terza età. È stato bello vedere come le loro competenze digitali siano state utili a persone inevitabilmente in difficoltà nel contesto informatico".
Si chiamano Filippo Belli, Gabriel Nordi Camargo, Federico Diotalevi, Giorgio Lorenzi, Francesco Luzi, Matteo Molari, Bojken Muca, Jacopo Orlandi, Marta Palma, Aleks Qoshku, Clarissa Tonelli, Sofia Tonolini, Antonio Tuoro, Vlada Vasilache, Alessandro Viggiani, Valentina Zandri i giovani prof che ieri hanno concluso il loro percorso di pcto insegnando "le funzioni elementari dei telefoni: dall’utilizzo della galleria fotografica alla condivisione di messaggi sulle varie app – dicono i tre studenti del Marconi Diotalevi, Tuoro e Belli -. Tra le cose più complicate da apprendere per i nostri ‘alunni’ sicuramente Whatsapp. Molti di loro lo utilizzavano in modo sbagliato, magari archiviando chat finendo per non trovarle più tra l’elenco in schermata, ma anche lo Spid non è stato una passeggiata perché – continua Diotalevi – anche noi lo utilizziamo poco quindi abbiamo dovuto studiare".
Il requisito necessario per partecipare a un corso? Chiaramente essere in possesso di un telefono su cui poter sperimentare: "Per noi è molto difficile perché dobbiamo partire da zero – spiega Gabriella Morelli, tra i sei ‘studenti’ della classe –. I nostri maestri sono molto pazienti in questo. Io mi sono presentata con un telefono già programmato da mia figlia, poi questi ragazzi mi hanno spiegato come utilizzare le applicazioni che ci sono all’interno. Lo Spid? – risponde Morelli – Nemmeno sapevo cosa fosse, ancora non mi è chiarissimo l’utilizzo ma sicuramente meglio di qualche mese fa".
Il progetto potrebbe comunque riproporsi anche per altre scuole e classi: "L’Auser è aperta a qualsiasi proposta, è stato bellissimo vedere come due generazioni così diverse abbiano avuto modo di conoscersi e aiutarsi a vicenda – conclude Massimo Ciabocchi, presidente Auser provinciale -. I giovani con le loro competenze e gli adulti con la loro esperienza: dei veri e propri nonni e nipoti acquisiti". L’iniziativa sarà oggetto di valutazione, poi inserita nella pagella di fine anno.