Officina Italic non sbaglia mai. La poesia diventa “Klangbild“

Domani si presenta il primo numero della nuova collana che pubblica componimenti di Davide Belgradi.

Officina Italic non sbaglia mai. La poesia diventa “Klangbild“

Officina Italic non sbaglia mai. La poesia diventa “Klangbild“

Domani alle 16,30 all’Officina Italic di via Roma si presenterà Klangbild, primo numero della collana “primoincanto“, edita da Edizioni Aliud di Gianluigi Bellucci con poesie di Davide Belgradi e incisioni di Arion Bajrami, Riccardo Bucella, Mattia Caruso e Andrea Guerra. Gianluigi Bellucci è un ex-docente dell’Accademia di Belle Arti di Urbino e nelle sue precedenti edizioni ha lavorato con importanti artisti della grafica d’arte quali Giulia Napoleone, Guido Strazza, Gianluca Murasecchi e Antonio Capaccio e con poeti come Marco Vitale.

Di recente ha avviato anche un progetto con l’università di Washington. "Si tratta di un percorso editoriale con metodi della stampa tipografica – spiega Andrea Guerra dell’Associazione Italic –, con incisioni originali per le immagini che sono calcografie quindi incisioni su metallo con una matrice dalla quale si ricavano multipli originali. Ogni copia, quindi, può avere una piccola imperfezione che la caratterizza, creando edizioni a tiratura limitata e numerata".

L’Associazione Italic opera nella sua Officina di Fermignano, un laboratorio dove vengono stampate incisioni, libri d’arte e cartelle, con macchine che venivano utilizzate nella stampa tipografica. "Vogliamo difendere e valorizzare il patrimonio che viene dal mondo del libro della tradizione urbinate, dalla Scuola del Libro alle stamperie, ai tanti artisti che ruotavano nel mondo dell’incisione. Siamo una associazione culturale e l’Officina diventa il luogo di creazione, dove riscoprire il valore della manualità e della materialità".

Come possono resistere arti come la stampa d’autore o l’incisione al tempo del digitale e dell’intelligenza artificiale?

"La creazione artistica – spiega Guerra – porta all’elemento materiale, c’è un legame diretto con il nostro essere umani. Siamo fatti di materia e attraverso la materia, che sia l’inchiostro, l’incisione o le impressioni che sfruttiamo, riusciamo a veicolare l’idea che porta il libro. In questo ritrovo una valorizzazione di un aspetto che è intimamente umano, caldo, tangibile. È il portare alla forma più alta l’opera dell’autore: se dovessi comprare un libro scritto con l’intelligenza artificiale non lo comprerei perché il mio stimolo nel leggere quel libro è il capire che sentimenti vuol passarmi un altro essere umano, un individuo che come me esiste. Nell’arte c’è la concretezza del singolo che nel digitale si perde".

Andrea Angelini