Oliveriana: il maxi trasloco di libri. Settemila scatoloni a Monsano. Altre migliaia di volumi da piazzare

Il lavori impongono di svuotare la biblioteca, ma è dura sistemare testi antichi, incunaboli e disegni preziosi. Una parte consistente è stata trasferita in provincia di Ancona, un’altra andrà in un deposito comunale.

Oliveriana: il maxi trasloco di libri. Settemila scatoloni a Monsano. Altre migliaia di volumi da piazzare

Oliveriana: il maxi trasloco di libri. Settemila scatoloni a Monsano. Altre migliaia di volumi da piazzare

Il tempo è tiranno. Da una parte le esigenze dell’impresa che deve chiudere i lavori all’Oliveriana entro febbraio del 2026 per il Pnrr, dall’altra parte ci sono volumi antichi e introvabili, incunaboli, ed anche 800 e passa disegni di valore inestimabile, che devono traslocare e quindi trovare ancora una collocazione. Perché la biblioteca Oliveriana con tutti i suoi saperi c’è, ma fra non molto sarà solamente sulla carta. E per quanto tempo non si sa con precisione "comunque già 7mila scatoloni con dentro tutti i libri dal Novecento in poi sono stati imballati e spediti a Monsano di Ancona e verranno conservati da una società specializzata – dice la direttrice dell’Oliveriana Brunella Paolini –. Noi all’interno di tutta questa operazione non abbiamo voce in capitolo anche perché il palazzo è di prorietà dell’amministrazione. Comunque va detta una cosa: e cioè se qualcuno ha bisogno di libri che magari non si trovano in altre biblioteche, ne possiamo fare richieste e ci vengono rispediti a Pesaro".

Il Novecento è stato sistemato così come il patrimonio archeologico "perché in collaborazione con il soprintendenter Stefano Finocchi, che è stato molto bravo e collaborativo abbiamo trovato una soluzione: tutto il meteriale andrà in un deposito comunale ma dove non lo diciamo per ragioni di sicurezza", continua Paolini.

Ma ci sono ancora degli ‘orfanelli’ e non da poco da sistemare. E cioè le migliaia e migliaia di volumi antichi e rari che sono anche i più delicati. La soluzione Rocca Costanza dove sono ormai 35 anni che lavorano per sistemare gli archivi di Stato nella cavallerizza? Scartata. Ecco le risposte: "Perché non vadano lì non lo sappiamo ma bisogna anche tenere conto che si tratta di un bene che è dello Stato, del Demanio", dice la direttrice dell’Oliveriana. Dal Comune rispondono: "Non era possibile usare la Rocca per il semplice motivo che devono partire ulteriori lavori anche per rendere fruibile la fortezza per le manifestazioni in programma questa estate". E tutto l’ex tribunale di via San Francesco?

Ecco la risposta dell’amministrazione: "Abbiamo fatto delle verifiche ma non è adatto per questo compito. In questo momento ci sono in ballo tre edifici uno dei quali verrà preso in affitto, ma ancora la scelta non è stata fatta". Un problema collocare il tesoro del sapere anche per ragioni di sicurezza. Basti pensare ai disegni conservati della collezione Antaldi, tra cui un Raffaello valutato milioni di euro. E a proposito di Raffaello c’è da dire "che l’Oliveriana sta pensando ad una esposizione di questi lavori in concomitanza con la mostra sul Barocci che si terrà in Urbino. Verrà esposto anche il Raffaello e naturalmente tutti i Barocci che abbiamo e i pittori legati alla sua scuola", continua Brunella Paolini.

E tutto il personale, una decina di persone, dove va quando palazzo Oliveri chiuderà i battenti?

"Stiamo aspettando la soluzione".

Perché la gente chiama il Carlino per questo smembramento?

"Perché la gente ci vuole bene, capisce il valore di questa istituzione ed anche perché tutti i ricercatori, gli studenti universitari e gli studiosi che vogliono sapere della città devono per forza passare da queste stanze".

Un trasloco problematico quello appena iniziato.

m.g.