MAURIZIO GENNARI
Cronaca

Orti Giuli, di fresco c’è la vergogna: tour tra ortiche e abbandono

Scalinate divelte, porte sbarrate, camminamenti pericolosi, la targa commemorativa a terra

Orti Giuli: il degrado

Orti Giuli: il degrado

Pesaro, 12 aprile 2024 – Tre giovani coppiette a caccia di intimità. Due ragazzi con il cane al guinzaglio. Qualche signore con i capelli grigi che si aggira a caccia di ricordi. Mezzogiorno di un giorno qualsiasi agli Orti Giuli. Un inno al degrado, alle brutture, alle persiane scardinate che ‘svolazzano’, ai viottoli dissestati con i sanpietrini sollevati che se uno inciampa e cade deve poi chiamare la Croce Rossa.

Orti Giuli: il degrado
Orti Giuli: il degrado

Cancellata grande d’entrata con il lucchetto per cui si accede da quella lateriale, accanto a Porta Rimini. All’interno anche aree molto pericolose: sia nello spiazzo davanti allo scoperto del bar mai nato, così come accanto al tempietto – entrando sulla sinistra – dove le reti sono divelte e le mura roveresche sono basse. Per cui se uno si sporge e cade finisce, dopo un volo di oltre dieci metri, sul cemento dell’ex lavatoio. Un angolo degli orrori quello: accanto ci sono un po’ di mattoni accatastati uno sull’altro che sbarrano l’accesso a quella che una volta era una delle più belle case della città (i Benelli,ndr) e che oggi sembra una fotografia di Gaza dopo un bombardamento. La recinzione della scalinata che porta al bar – per la cronaca costato 500mila euro – è divelto per cui i temerari che si volessero avventurare rischiano di passeggiare con uno strapiombo davanti.

La porta di accesso interno all’Osservatorio Valerio, lasciato nell’abbandono, sbarrata con due legni incrociati, così come la porta dei giardinieri quei maghi che abbellivano i giardini della zona mare; anche i loro magazzini lasciati nell’abbandono: una foresta. Entrando sulla destra una specie di cunicolo che sembra un deposito d’immondizia di Marche Multiservizi. In terra una grande lapide in pietra voluta da Francesco Cassi per ricordare questo luogo creato da Giulio Perticari, il cui busto in pietra resiste imperterrito alla sommità del vialetto. In teoria, se il finanziamento si sblocca, per sistemare questa oasi verde nel cuore della città vecchia, dirimpettatia al San Benedetto, ci sarebbero un milione e mezzo di euro. Il tutto tralasciando quel contorno fatto di abbandono e degrado. Un altro grande buco nero della città pieno di pii desideri.