Per la Vuelle c’è Keith Hornsby nel mirino. La società aspetta risposte dalla Lituania

Il giocatore, 31 anni, potrebbe liberarsi dal Lietuvos Rytas: è un tiratore bianco dal gran fisico. Oggi la risonanza per Bamforth

Per la Vuelle c’è Keith Hornsby nel mirino. La società aspetta risposte dalla Lituania

Per la Vuelle c’è Keith Hornsby nel mirino. La società aspetta risposte dalla Lituania

E’ una settimana di grandi riflessioni questa in casa Vuelle. La prima riguarda la sostituzione di Scott Bamforth, che purtroppo priva la Vuelle del suo riferimento offensivo principale per un tempo lungo, ma ancora da definire: la risonanza magnetica alla coscia sinistra del giocatore americano, che ha una lesione muscolare, è in programma oggi pomeriggio e dovrebbe dare tempi di recupero più precisi allo staff tecnico. Avendo messo al posto di McCallum un giocatore molto diverso tecnicamente come Cinciarini, è chiaro che anche la scelta della guardia da affiancargli va valutata. Andrea ha tanto fosforo ed è in grado di guidare una squadra meglio di Ray dal punto di vista del playmaking, ma non ha più l’atletismo di un ventenne quindi bisogna cercare un esterno che abbia una certa fisicità. Il nome che rimbalzava ieri è quello di Keith Hornsby, 31 anni, 1.92, attualmente nelle fila del Lietuvos Rytas, che potrebbe liberarlo perché è in arrivo un giocatore nel suo ruolo. Oggi i lituani giocano il play-in della Champions League e le cose dovrebbero chiarirsi. Curiosità, Keith è il figlio del cantautore Bruce Hornsby, leggenda della musica statunitense. Vanta già diverse esperienze europee: l’anno scorso a Nanterre, in Francia, viaggiava a 14 punti di media col 45% da tre e il 93% dalla lunetta. Chissà se è stato fatto anche un pensiero a J.P. Macura, rimasto stranamente a piedi dopo che Tortona ha fatto altre scelte in estate: in possesso di un gran tiro e ottimo contropiedista, ha il vantaggio di conoscere bene il nostro campionato; fra l’altro, al college era stato compagno di squadra di Bluiett con il quale costituiva una formidabile accoppiata di attaccanti. Il problema è che chiede tanto e - forse - anche per questo è ancora libero.

L’altra riflessione sembra sia stata fatta sul coach. La sconfitta interna con Varese ha provocato contestazioni feroci e probabilmente se non si fosse fatto male Bamforth, spostando le attenzioni su questo fronte che era molto urgente, il coach avrebbe potuto rischiare la panchina. A Bologna la squadra ha retto tutto sommato con dignità per 30’ e con soli due stranieri, una roba che non si vedeva più dagli anni Ottanta. La partita con Sassari diventa un crinale decisivo per Buscaglia: se lo scollina con una vittoria salva il posto, altrimenti rischia. Insomma, è il classico caso dell’allenatore sulla graticola, come accaduto nel recente passato quando si lottava per la salvezza e la società aveva cercato spesso di dare la scossa attraverso il cambio del manico.

Elisabetta Ferri