Prendono un giorno di ferie per andare a spalare in Romagna

Tra gli angeli del fango una famiglia di pesaresi: partiti ieri mattina per aiutare gli alluvionati di Faenza

Prendono un giorno di ferie per andare a spalare in Romagna

Prendono un giorno di ferie per andare a spalare in Romagna

Pesaro, 26 maggio 2023 – Hanno preso un giorno di ferie per andare a Faenza a spalare fango dalle case delle persone alluvionate. Della famiglia Marchionni, ieri da Pesaro, sono partiti tre componenti su quattro: Roberto, impiegato in un’azienda di materie plastiche e i figli Eleonora, 24 anni, anche lei impiegata e Matteo, 14 anni, studente del liceo Marconi. "Mia moglie Silvia non si è potuta assentare dal lavoro, mentre io e mia figlia che seppur da poco è stata assunta come commerciale in una vetreria, abbiamo avuto questa possibilità. Tenevamo molto nel poter dare il nostro contributo a tanta gente colpita da una devastazione assoluta".

La sveglia ha suonato alla buonora per uscire di casa alle 6 del mattino, arrivando a Faenza con un carico di dieci pacchi contententi 400 guanti da lavoro; rastrelli; pale e disinfettanti donati da Aspes e Gulliver ad una Onlus collegata alla rete solidaristica pesarese. "Quello che abbiamo visto ha superato di gran lunga ogni nostra aspettativa – osserva Marchionni –: le immagini in televisione sono impressionanti, ma la realtà le supera.

L’organizzazione per gestire i volontari è molto ben fatta: ci hanno dirottati in vie dove ancora, fino al giorno prima, non si riusciva ad arrivare per l’acqua e i detriti. Il fiume Lamone nello straripare, ha buttato giù un muro in diversi punti.Qui dove siamo noi c’erano 8 metri d’acqua. Arrivava a metà finestra del primo piano. Le persone sono state soccorse con l’elicottero". L’impatto emotivo è altissimo. Quando dall’acqua e dal fango riemergono le cose personali la gente si commuove. "Ma qui non c’è voglia di lasciarsi allo sconforto – testimonia Roberto –. Sono contenti di veder arrivare volontari. Sono molto generosi: i residenti ti offrono sempre una merenda e un brindisi per ringraziare dell’aiuto. Mentre vi parlo siamo arrivati ad essere una cinquantina. Tra noi nessuno si conosceva, ma la collaborazione è un perfetto collante. Ci sono anche due ragazze olandesi ad aiutare. Credo che sia per tutti noi un insegnamento: non bisogna abbattersi, ma darsi una mano. Qui c’è veramente tanto bisogno".