Quando tra i castelli arrivò Leonardo

Encomiabili i "Quaderni Pesaresi" che, di tanto in tanto, escono per i tipi di Melchiorri 1934 Editore. L’ultimo, il numero 10, parla di castelli. Il curatore è Gabriele Stroppa Nobili che è ben stimato per profondo amor patrio nei confronti di Pesaro. L’autore è noto per il suo prezioso archivio privato (ma consultabile) che conserva documenti importanti e, soprattutto, cartoline d’epoca. È, infine, celebre per il suo acceso amore della verità storica che lo porta, nelle pagine social che parlano delle memorie cittadine, a perseguire chi cerca scandali e polemiche culturali strumentali.

Il numero 10 dei Quaderni parla di castelli e menziona quelli presenti nel contado di Pesaro: Candelara, Novilara, Mombaroccio, Montegaudio, Monte Santa Maria, Monteciccardo, S. Angelo in Lizzola, Ginestreto, Montelabbate, Farneto, Belvedere Fogliense, Montecchio, Pozzo, Tavullia, Monteluro, Granarola, Gradara, Gabicce, Casteldimezzo, Fiorenzuola di Focara, Limata, Fanano, Monte Corbino, Pirano, Boncio, Castellareto, Valenzio. In realtà ce n’era qualcuno in più, ma le informazioni storiche non sono giunte a noi "intatte" per tutti i contesti e, dunque, non è possibile avere il quadro esaustivo di tutti i centri incastellati del comitato (comitatus) pesarese. Tante le curiosità da leggere, tra cui questa: "Una leggenda vuole che Leonardo da Vinci, nel dicembre del 1502, sorpreso dal maltempo (…) si dovette rifugiare in una locanda di Novilara e, fermatosi per qualche giorno e non sapendo che fare, inventò una specie di girarrosto automatico, movimentato dall’ascensione dell’aria calda del camino (…). La leggenda trova riscontro in un disegno contenuto nel Codice Atlantico (…) dove, nella descrizione, il Genio scrive "questo è il vero modo di cuocere gli arrosti"".

Daniele Sacco