Quel telegramma che è già storia "Comunico disposto appalto lavori"

Nel 1969, il ministro Giacomo Mancini scriveva al vice-sindaco di Pesaro

Quel telegramma che è già storia  "Comunico disposto appalto lavori"

Quel telegramma che è già storia "Comunico disposto appalto lavori"

Era il primo governo Rumor, di quelli balneari. Durò dal 13 dicembre 1968 al 6 agosto 1969. Eppure trovò 7 miliardi di lire del tempo per dare avvio alla Fano-Grosseto. Il 17 febbraio 1969 infatti, il ministro dei lavori pubblici, il socialista Giacomo Mancini, inviò un telegramma al vicesindaco di Pesaro Giuseppe Righetti, socialista, per annunciare: "Comunico disposto appalto lavoro primo lotto da Fossombrone at innesto provinciale 77 (all’altezza di Serrungarina ndr) per importo di 3 miliardi e 800 milioni di lire e secondo lotto da innesto provinciale 77 at Fano per importo di 3 miliardi 200 milioni di lire. Stop. Saluti". Era l’inizio di un’opera che nelle intenzioni doveva proseguire spedita verso l’Appennino e poi in Umbria e Toscana. Si fermò invece nel 1982 a Santo Stefano di Gaifa, dopo 32 chilometri. Poi nel 1990 è stato fatto il traforo della Guinza, di circa 6 chilometri, oltre ad una parziale realizzazione di una strada d’allaccio verso Mercatello sul Metauro per un costo di 500 miliardi di lire, lavori rimasti allo stato grezzo interrotti nel 2004. Di fatto, il cantiere è in abbandono da circa 20 anni. Ci sono stati sit in, l’allora presidente della Provincia Matteo Ricci rimase in tenda alla Guinza dal 24 al 26 ottobre 2010, dieci anni dopo, il 6 settembre 2020 l’attuale premier Giorgia Meloni partecipò ad un flash mob di protesta contro l’incompiuta. Ora proprio lei ha l’occasione per sanare lo scandalo.