Revoca cittadinanza a Benito Mussolini. Zacchilli non molla

In occasione del centenario di Giacomo Matteotti, Dino Zacchilli chiede all'amministrazione di Fano di revocare la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini. Carla Luzi presenta una mozione, ma Zacchilli spera in un'iniziativa più condivisa. La sua non è una "cancel culture", ma una presa di distanza dal fascismo.

Torna alla carica Dino Zacchilli, a proposito della revoca della cittadinanza onoraria di Fano a Benito Mussolini, in occasione delle celebrazioni per il centenario di Giacomo Matteotti. "A parte qualche dichiarazione dall’amministrazione non ho avuto risposte e non vedo, al momento, iniziative chiare. Ho visto piuttosto silenzi, forse troppi. Stona quello del sindaco". Chi non è stata in silenzio è Carla Luzi, che ha presentato una mozione. "Ho apprezzato la mossa – dice Zacchilli – ma il documento ignora parte della mia richiesta. Per me la priorità è il centenario di Matteotti che merita un’attenzione istituzionale. Per questo avrei preferito una iniziativa plurale, condivisa. Mi dispiacerebbe se quella mozione mancasse l’obiettivo".

Quanto all’accusa di "cancel culture", Zacchilli le rimanda al mittente. "Ho letto opinioni che rispetto, ma la mia non è affatto “cultura della cancellazione”, non voglio cambiare la storia. La storia resta. Di quel periodo, anzi, apprezzo cose come, ad esempio, il razionalismo in architettura o anche, ad esempio, la legge urbanistica del ’42 ma non certo chi si è macchiato di colpe gravi ed ha portato il paese al disastro. Succede nello sport che a un’atleta vengano tolti primati o medaglie, ma non

si cancella l’atleta. Quella cittadinanza onoraria è una medaglia immeritata e cancellarla, prenderne le distanze, nulla toglie a ciò che è stato Mussolini ma libera e fortifica il sentimento democratico della nostra città. Democrazia e fascismo sono incompatibili. Per questo spero che il consiglio comunale, unanime e con lo sguardo al futuro, sappia onorare – conclude Zacchilli – un martire della democrazia e della libertà come Giacomo Matteotti".