Ricci, l’"ultima cena" all’attacco : "Chi governa la Regione ha fallito"

A Campanara l’appuntamento finale da sindaco, davanti a 1600 persone: la standing ovation per Ceriscioli. Assente Goffredo Bettini, ma il sostegno per l’Europa c’è. Le frecciate ad Acquaroli: "Mentalità piccola".

Ricci, l’"ultima cena" all’attacco : "Chi governa la Regione ha fallito"

Ricci, l’"ultima cena" all’attacco : "Chi governa la Regione ha fallito"

Ci sono situazioni in cui anche gelidi filari di luci al neon possono emozionare i presenti più di uno spettacolo pirotecnico. Ad entrare nel capannone di duemila metri quadrati nel padiglione C dell’ex Fiera di Campanara un’onda di energia arriva prima del colpo d’occhio che para davanti 47 tavolate lunghissime, con centinaia di commensali, fino a contare il ragguardevole numero di 1650 coperti. La "cena popolare" di Matteo Ricci, "sindaco in Europa" che lancia la riscossa delle Marche alla conquista di Bruxelles è iniziata. Lui, stranamente, è emozionato: non ha toccato nemmeno l’antipasto. Più di lui gira tra i tavoli, Andrea Biancani.

Mentre aspettano che parli - è Ricci lo spettacolo per cui la gente si è ritrovata - lo show sono i 150 volontari con la maglietta bianca a tema: "Matteo Ricci per le Marche in Europa" che volano tra i tavoli per una dimensione da Festa dell’Unità fuori stagione. Il menù alla fine è stato apprezzato anche per la versione, addirittura, vegana e le opzioni per celiaci: altri tempi rispetto a quando salsicce, vino o stoccafisso alla sanpietrana bastavano a fare la festa. A guardarsi intorno ci sono tutti: i volti nuovi per i pesaresi sono i 300 arrivati dalle sezioni Pd di tutte le Marche mentre per gli altri è una rimpatriata tra amici, alleati, competitor, parenti. Da Villa Fastiggi a Gabicce, passando per Vallefoglia, Tavullia, Urbino il partito è pronto alla corsa: ricompattato. E con il Pd ci sono gli alleati: Alleanza Verdi e sinistra, Avs, i pentastellati M5s e le liste civiche dell’ultima tornata (Belloni, Pandolfi, Della Dora…).

All’appello è mancato Goffredo Bettini, tra i sostenitori, insieme a Mancini, della corsa di Ricci alle europee. Il fatto che Bettini, alla fine non sia stato a cena, non ha tolto smalto alla serata. Il suo sostegno per Ricci, volto nuovo e determinatissimo, è solido e ha tolto potenziale a candidature di altissimo lignaggio come quella di Nicola Zingaretti. Forse. Per avere certezze non c’è altro che aspettare l’investitura della segretaria Schlein.

Alle 22,17 Ricci ha parlato: "Grazie di essere qui. Grazie ai volontari che stanno lavorando da oggi. Il mio pensiero va alla strage di Bargi: non si può morire per lavorare. Il mio viaggio, in giro per l’Italia mi ha aiutato a mettere fuoco da quali valori dobbiamo ripartire, su quali principi ricostruire l’identità del partito. Se la sinistra non è quella forza politica che riparte dalla dignità del lavoro, non è sinistra". Applausi.

Ricci ha preso a citare quelli che saranno i capisaldi della riscossa: il contrasto dell’autonomia differenziata per tutelare l’Italia di mezzo, la sanità. "Storti si è dimessa per una riforma Acquaroli irrealizzabile - ha letteralmente urlato Ricci -: dopo tre anni e mezzo è possibile dire a chi è al Governo regionale che ha fallito. La destra ha deluso e illuso i marchigiani. Questa giunta ha dimostrato una mentalità piccola e ha ridotto le Marche, invece che promuoverla. Vedi quanto hanno fatto per Pesaro Capitale della cultura: il minimo sindacale. Una mentalità disfattista che è evidenziata dal caso della ferrovia: se ci faranno perdere le risorse stanziate ci sarà la rivolta". Insomma prima di lanciare il suo slogan per le elezioni europee: "Un sindaco in Europa" Ricci ha dedicato una standing ovation a Luca Ceriscioli, in chiave Pd unito, e abbozzato la strategia per la riscossa delle Marche. Se non andrà in Europa, Ricci capitalizza per le regionali del 2025, è certo. La colonna sonora della campagna elettorale - l’Onda di Dargen D’Amico - ha fatto rimbombare il gigantesco hangarth.

Solidea Vitali Rosati