Riemerge la rocca demolita dei Carpegna

Primi risultati dagli scavi archeologici fatti dal Parco di Sasso Simone e Simoncello grazie all’impegno dell’assessore Stefano Aguzzi

Riemerge la rocca demolita dei Carpegna

Riemerge la rocca demolita dei Carpegna

CARPEGNA

di Daniele Sacco

Il Montefeltro non finisce di stupire: torna alla luce la rocca dei conti di Carpegna. Nel mese di marzo appena trascorso si è tenuta la prima campagna di scavo del castello di origine dei conti di Carpegna. Situata su una propaggine meridionale dell’omonimo monte, a poco meno di 1.000 metri sul livello del mare, la fortificazione era formata da una rocca sommitale altissima, dotata di un ampio recinto turrito alla base.

Importanti le scoperte di questa campagna di ricerche. È stata rintracciata una delle prime fasi della fortificazione, preliminarmente databile tra X e XI secolo, costituita da una possente torre-palazzo con murature di notevole spessore (ca. 2,50 m), difesa da un recinto murario alla base. Una fase simile era stata rintracciata dall’Università di Urbino presso lo scavo del vicino castello di Monte Copiolo appartenente, nella sua prima fase, proprio ai conti di Carpegna.

È poi emersa una grande fase databile alla seconda metà del XV secolo, nella quale la rocca dei Carpegna fu completamente aggiornata all’uso delle armi da fuoco, che avevano contaminato l’architettura militare.

Domani i risultati della prima campagna di scavo alla rocca antica di Carpegna saranno illustrati in un open day organizzato dall’Ente Parco interregionale del Sasso Simone e Simoncello e dal Comune di Carpegna (info e prenotazioni: 0722 727065, ritrovo alle ore 9 in piazza dei conti di Carpegna). Ha espresso grande soddisfazione, per il risultato raggiunto, l’ingegnere Guido Salucci, amministratore del Comune di Carpegna e dell’Ente Parco Sasso Simone e Simoncello. "L’open day – ha dichiarato Salucci – giunge a conclusione di un progetto articolato e complesso avviato dal Comune di Carpegna, dall’Ente Parco Sasso Simone e Simoncello, dall’Unione Montana del Montefeltro, dall’Università di Urbino con il fondamentale contributo economico della Regione Marche e il supporto della Soprintendenza. Sono pienamente convinto – ha aggiunto Salucci – che è il lavoro di squadra che fa avverare i sogni, per questo continueremo ad impegnarci affinché i lavori di indagine intrapresi rappresentino solo il primo passo di un percorso che richiederà ulteriori approfondimenti e risorse per la conservazione delle importanti testimonianze emerse".

E’ possibile pensare ancora più in grande e fare rete con le altre realtà archeologiche già attive nel Montefeltro marchigiano e romagnolo? L’opinine di Guido Salucci: "la riscoperta dell’antica Rocca di Carpegna – dice – insieme alle altre realtà archeologiche medievali già presenti sul territorio, come Montecopiolo e Pietrarubbia, potrebbe contribuire al raggiungimento di un obiettivo più ambizioso che è quello di creare un Museo Archeologico del Montefeltro, risorsa che andrà ad aggiungersi alla già straordinaria offerta ambientale e storico culturale che questa regione storica è in grado di offrire".

Lo scavo archeologico è stato eseguito nell’ambito di una concessione ministeriale di scavo richiesta dall’amministrazione comunale di Carpegna e seguìta dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Ancona e di Pesaro-Urbino, attraverso il funzionario Tommaso Casci Ceccacci.

La direzione del cantiere archeologico è stato affidato a Giulia Bartolucci della ditta archeologica riminese Adarte, mentre la direzione scientifica della ricerca era in capo a chi scrive (Università degli Studi di Urbino Carlo Bo, Insegnamento di Archeologia Cristiana e Medievale). Lo scavo è stato eseguito dagli studenti dei curricula Archeologico e Beni Culturali dell’Università urbinate. L’attività di ricerca è stata finanziata da un contributo della regione Marche (grazie all’impegno dell’assessore Stefano Aguzzi) erogato all’Ente Parco interregionale del Sasso Simone e Simoncello che, insieme al Comune di Carpegna, ha fortemente voluto l’avvio delle ricerche.

La regione storica del Montefeltro conferma una realtà di qualità sospesa tra Marche, Romagna e Toscana.