Salari bassi e precariato totale. Protestano i lavoratori delle mense

Manifestazione ieri sotto la sede di Confindustria: il nodo è il mancato rinnovo del contratto nazionale

Salari bassi e   precariato totale. Protestano i lavoratori delle mense

Salari bassi e precariato totale. Protestano i lavoratori delle mense

Scioperano i lavoratori delle mense scolastiche ed aziendali, a causa del mancato rinnovo del contratto nazionale, scaduto nel 2021, dopo che le imprese della ristorazione collettiva associate ad Angem e Anir Confindustria, hanno deciso di abbandonare il tavolo delle trattative e hanno diffidato le parti sociali. Uno sciopero proclamato a livello nazionale, che ha visto attivarsi la mobilitazione anche nei singoli territori, tanto che ieri mattina, Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs di Pesaro e Urbino hanno organizzato un presidio di due ore con i lavoratori del settore di fronte alla sede di Confindustria. "Si parla di lavoratori che sono impiegati in cooperative con appalti pubblici e privati, un settore molto fragile e precario, dove la stragrande maggioranza degli impiegati è donna e dove c’è una grande flessibilità – dice Roberto Fiscaletti, segretario Filcams Cgil di Pesaro e Urbino –. La maggior parte sono lavoratori part-time, con grandi problemi dal punto di vista salariale. Per questo crediamo che il rinnovo del contratto sia doveroso. Non è mai accaduto – aggiunge – che due associazioni datoriali minacciassero i sindacati sul rinnovo del contratto. Questa è l’ennesima umiliazione che vogliono infliggere a questi lavoratori".

D’accordo anche Fabrizio Bontà, segretario Uiltucs che aggiunge: "Oltre ad essere contratti poveri – spiega – c’è anche l’aggravante che chi lavora nelle mense scolastiche, per i tre mesi estivi non viene pagato nonostante abbia un contratto a tempo indeterminato, cosa che gli impedisce di richiedere anche l’indennità di disoccupazione. E stiamo parlando di lavoratori che hanno contratti da 13-15 ore a settimana, con stipendi da 600-700 euro. Ora la spaccatura delle associazioni datoriali sul rinnovo del contratto per questi lavoratori non fa che peggiorare la situazione". E’ il segretario della Fisascat Cisl, Domenico Montillo a sottolineare come in altri settori si è arrivati al rinnovo del contratto nazionale senza strappi: "E’ accaduto nel commercio, nella vigilanza privata, per le estetiste. Ora l’abbandono del tavolo da parte di Angem e Anir ci sembra incomprensibile. Oggi (ieri, ndr.) siamo stati accolti anche da Confindustria di Pesaro e Urbino, a cui abbiamo portato le nostre ragioni e anche i rappresentanti locali ci hanno detto che si faranno carico delle nostre rimostranze, riportando il nostro malessere. E’ necessario ricompattare il fronte, tanto che due aziende che facevano capo alle due associazioni, Felsinea Ristorazione srl e Ladisa Srl, hanno deciso di uscire e si sono dette disponibili al rinnovo del contratto".

Alice Muri