Scaramucci punta tutto sull’Ateneo: "Sia il primo partner del Comune"

Il candidato: "Urbino deve aiutare la Carlo Bo, che sta investendo 100 milioni di euro sulle proprie strutture"

Scaramucci punta tutto sull’Ateneo: "Sia il primo partner del Comune"

Scaramucci punta tutto sull’Ateneo: "Sia il primo partner del Comune"

L’Università Carlo Bo deve essere il primo partner strategico del Comune di Urbino. Lo sostengono il candidato sindaco Federico Scaramucci e la sua coalizione, "La città che verrà", che ritengono fondamentale recuperare un dialogo con l’Ateneo, a parer loro affievolitosi negli ultimi anni. "Abbiamo previsto una serie di azioni per riprenderlo – dice Scaramucci –. Dobbiamo innanzitutto attivare un tavolo permanente, per capire come affrontare il nuovo modello di sviluppo per la città, e promuovere una commissione paritetica tra Comune, Università, Erdis e altre istituzioni formative: quella che esiste oggi non viene convocata. A proposito di Erdis, dobbiamo impostare un dialogo sulle necessità del diritto allo studio. In merito, pensiamo che il Comune potrebbe cofinanziare borse di studio, dottorandi e assegni di ricerca.

L’indotto universitario sta cambiando, non possiamo perderlo: Urbino deve aiutare la Carlo Bo, che sta investendo 100 milioni di euro sulle proprie strutture in città, a essere attrattiva, migliorando servizi e collegamenti. Poi bisogna riprendere il concetto di città-campus, anche in termini di socializzazione, perciò è fondamentale il discorso della biblioteca civica. Si parla, però, pure di rapporti con i principali enti di formazione, come Accademia e Isia, con un occhio all’apertura di nuovi corsi. Tutte le proposte per qualificare l’Ateneo sono importanti, ma vanno condivise coi suoi vertici. Recuperare questo rapporto andrebbe a beneficio anche dei cittadini". Tra i candidati della coalizione ce ne sono diversi provenienti dall’Ateneo, che hanno avanzato a propria volta delle proposte, a partire da Tonino Pencarelli, del Pd: "Dobbiamo ricomporre la frattura tra studenti e città. Bisogna coinvolgerli meglio e di più, per esempio con tirocini o progetti di studio al servizio della città, e si deve lavorare sulla progettazione europea e sull’attrarre imprese alla Sogesta. Poi ci sono un Centro universitario sportivo da rivitalizzare, dei trasporti da migliorare e attenzione da dare ai pendolari".

Laura Chiarantini, del Pd, sottolinea un’opportunità che creerebbe la sinergia Ateneo – Comune: "Tante attività fatte all’Università terminano alle 19, perché gli spazi devono chiudere. Ma, se ci fosse sinergia, questo si potrebbe mitigare perché ci sono tante strutture da usare, di cui ampliare le fasce d’apertura. Penso per esempio a San Girolamo, da cui potrebbe partire la famosa biblioteca civica". Secondo Stefano Azzarà, di Sinistra per Urbino, la coalizione deve proporre un metodo "semplice, all’apparenza banale, ma chiave: il confronto e il dialogo tra Comune e Ateneo, cosa mancata in questi anni perché il Comune ha vissuto l’Università come corpo estraneo. Dobbiamo ripristinare questo metodo di lavoro, basato sul confronto, consapevoli che il destino della città e quello dell’Università sono intrecciati". Roberta Bocconcelli del Pd, evidenzia come "il punto di partenza debba essere la ripresa di una collaborazione efficace ed efficiente, tra Comune e Ateneo, mettendo a sistema patrimonio tangibile e intangibile. In questi ultimi cinque anni tale volontà è mancata".

Infine, Riccardo Cuppini, del Pd, sottolinea il calo delle nascite, che "dal 2027 porterà a una diminuzione degli studenti universitari, che impatterà anche su Urbino. Per affrontarla, innanzitutto dobbiamo parlare di edilizia urbanistica e viabilità. Poi, Ateneo e Comune devono collaborare quotidianamente e servono anche delle politiche comunali in merito agli alloggi, per garantire il diritto allo studio".

Nicola Petricca