"Se fumo una canna Dio che dice?" La risposta choc del prof di religione

Mauro Del Bene si è fermato a parlare con i ragazzi del Poderino, da tempo al centro di episodi di teppismo "Se ciò ti rende felice, per il Signore non può essere un problema" ha detto provocatoriamente. E ora sfida il quartiere.

"Se fumo una canna Dio che dice?"  La risposta choc del prof di religione

"Se fumo una canna Dio che dice?" La risposta choc del prof di religione

"Ma se io mi faccio una canna, Dio cosa penserebbe? Si parla nella Bibbia di queste cose?". E’ la domanda choc che l’altra sera, uno dei tanti ragazzi che quotidianamente si ritrovano sulle panchine di Piazza Unità d’Italia al Poderino, ha rivolto a Mauro Del Bene, docente di Religione del Polo 3, che si trovava a passare di lì. "Se per te essere felice in questo momento può essere il farti una canna - gli ha risposto lì per lì, in preda allo stupore -, ciò per Dio non può costituire un problema. Se poi si supera il limite, bisogna considerare molto bene dove inizia il danno per sé e per gli altri".

"Non l’avevo mai visto - racconta oggi Del Bene, una volta metabolizzata sia la domanda che la risposta - ma volevo ascoltarlo senza giudicarlo. Era chiaro che stava per fare qualcosa di illegale, ma se questo in quel preciso momento costituiva la sua ‘stampella’ per affrontare la vita, chi sono io per togliergliela?". Da tempo nel quartiere PoderinoFanfani si incontrano ragazzi di tutte le età che occupano luoghi ben precisi. Un gruppo in Piazza Unità d’Italia fatto di ragazzi della prima fascia delle superiori, un altro gruppo sono gli skater che usano i gradini della chiesa di San Pio X "per la gioia del nostro parroco", un altro nel cosiddetto ‘giardino buio’ di via Marche, un altro davanti all’ex Bcc di alcuni anni più grandi e un altro davanti al negozio di frutta e verdura.

"Parlano, urlano, girano con i motorini fino a tarda notte, tanto che diversi abitanti della zona hanno chiamato la polizia - racconta Del Bene -. Di recente si sono verificati atti che vanno oltre la legalità, come il furto nella sede dell’Associazione Poderino e l’incendio di un cassonetto. Alcuni di loro si divertono a minacciare gli anziani, chiedendo loro dei soldi". Alla luce di ciò, Del Bene, padre, educatore e docente, lancia una sfida alla città. "Chi è l’adolescente del Poderino?" domanda a tutti invitando a conoscerli, a fermarsi a parlare con loro come ha fatto lui in questi mesi e dopo aver riflettuto sul fatto che per lui il problema "non è da identificare nel gruppo, ma è la trasgressione di qualcuno che va oltre. Allora è quel ragazzo che va ’fermato’, per fargli iniziare un percorso tramite i Servizi Sociali". "Piuttosto che rivolgersi alle forze dell’ordine come panacea di tutti i mali mi domando perché gli abitanti del quartiere non si fermino qualche minuto con loro per ascoltarli, astenendosi dal fare prediche o dall’impartire insegnamenti sul buon vivere. Il loro buon vivere è rompere gli equilibri, è il mestiere degli adolescenti. Se li osteggeremo si sentiranno respinti, andranno altrove, li perderemo".

Tiziana Petrelli