Era salito sabato pomeriggio sul tetto della palestra del liceo scientifico insieme agli amici. Due di loro facevano parkour, cioè il salto tra edifici. Ma lui, di soli 13 anni, ha fatto solo pochi passi, precipitando per quattro metri dopo avere sfondato un oblò in plexiglass che serviva a illuminare la palestra sottostante. Un dramma che poteva avere conseguenze maggiori e che per puro caso si sta risolvendo con una contusione toracica importante, ma in fase di superamento. Infatti, il ragazzino (frequenta la terza media) è stato portato all’ospedale di Torrette di Ancona in codice rosso, per poi essere trasferito, ieri, all’ospedale Salesi per la degenza post trauma. La prognosi non è stata ancora sciolta, ma non corre più pericolo di vita. Il ragazzo aveva scalato la palestra insieme ad altri quattro amici, passando dal retro e sfruttando degli spuntoni che uscivano dal muro. Una volta sul tetto, che sembra essere stato un abituale ritrovo di tanti minorenni in vena di isolamento, non si è reso conto come gli altri che quell’oblò in plexiglass non poteva sostenere il suo corpo. Lui ci è passato sopra ed è precipitato di sotto, volando giù per quattro metri. In quel momento, nella palestra del liceo scientifico Marconi non c’era nessuno. I suoi amici, per la paura, sono fuggiti, ma poi qualcuno ha chiamato i genitori del ragazzo e questi il 118. Sul posto sono arrivati anche i vigili del fuoco e la polizia che ha provveduto a identificare tutti i giovani presenti e soprattutto quelli che si trovavano sul tetto. I quali hanno detto che non facevano nulla di male, se non vedere dei loro compagni che facevano parkour. Sempre in quella scuola, il 22 febbraio del 2001, uno studente cadde dal tetto per lo sfondamento di un oblò in plexiglass. Vi era andato per seguire la trasmissione Rai "Shout", urlo, che spingeva i ragazzi sui tetti delle scuole.
Roberto Damiani