Simona Molinari: "La musica può curare l’anima"

La cantautrice pop e jazz ospite del BrodettoFest. Appuntamento sabato alle 21.30 nel palco centrale .

Simona Molinari: "La musica può curare l’anima"

Simona Molinari: "La musica può curare l’anima"

Biglietti in vendita da oggi (www.brodettofest.it) per l’attesissimo concerto della cantautrice pop jazz Simona Molinari, in programma sabato alle 21,30 nel palco centrale del BrodettoFest a Fano. Per lei hanno aperto le porte alla sua voce i migliori teatri italiani e stranieri, dal Blue Note di New York fino al teatro Estrada di Mosca. Simona è stata quattro volte protagonista del Festival di Sanremo e ha duettato con Ornella Vanoni, Andrea Bocelli e Al Jarreau. Lo scorso 7 marzo ha vinto il premio “Maria Callas” a New York con questa motivazione: per l’eccelsa qualità vocale abbinata a un’ecletticità che le permette di esprimersi ai più alti livelli nel mondo della musica, come autrice e interprete, e in quello del cinema e del teatro.

Simona, qual è stato e qual è il motore che la spinge a comporre?

"Le motivazioni che mi portano su un palco cambiano di anno in anno e la mia scrittura o i miei progetti cambiano con loro. In generale credo di avere un certo tipo di ipersensibilità che produce in me umori ed emozioni che mi chiedono di essere espressi. La musica per me, soprattutto nel momento della creazione, è una sorta di cura. La parte più complicata del mio mestiere è il tener viva la creatività, trovare progetti che ti appassionano e in cui credi, perché questo è un mestiere che puoi fare solo se credi moltissimo in quel che fai".

Nella sua musica, o nell’ispirazione che la spinge a comporre, il mare ha un ruolo? E, portando il pensiero all’esperienza di un pescatore, come potrebbe tradursi nella sua musica una notte in mare aperto?

"Il mare è una delle muse dei cantautori. Direi che il mare è la “siepe” che ci divide dall’infinito. C’è una canzone delle mie in un disco che si chiama “davanti al mare” e che parla di tutto ciò che il mare evoca".

Esiste un’esperienza della sua carriera che unisce musica e cibo e che ricorda con piacere?

"Ogni volta che andiamo a suonare è bello vedere quanto orgoglio e quanta bontà riesce a produrre ognuna delle regioni italiane. Credo che la nostra varietà di culture culinarie sia una ricchezza immensa. Un altro luogo dove ho ricordi di ottimo cibo legato alla musica è il Giappone, dove puoi entrare in qualsiasi luogo per rimanere incantato dalla cucina autoctona".