"Sul caso capoluogo un lavoro condiviso"

Il sindaco Gambini è tornato sul decreto del governo: "Anche Matteo Ricci da Pesaro ha avuto un ruolo evitando di opporsi"

"Sul caso capoluogo un lavoro condiviso"

"Sul caso capoluogo un lavoro condiviso"

"La certificazione dello status di capoluogo di Provincia non era scontata e dobbiamo essere tutti convinti che, se questo Governo non avesse emanato il decreto legge, Urbino sarebbe potuta diventare qualcosa di diverso da un giorno all’altro". Lo ha affermato il sindaco Maurizio Gambini, martedì, durante la seduta del Consiglio comunale – in cui sono arrivate anche le congratulazioni del prefetto di Pesaro e Urbino, Emanuela Saveria Greco, e il ringraziamento del presidente Massimiliano Sirotti a quanti si siano spesi, negli anni, per questa causa – rimarcando la differenza che ci sarà rispetto al passato: "Io mi fido dell’interpretazione che ha sempre dato il nostro segretario comunale, Michele Cancellieri, spiegando come prima fossimo “capo di circondario“, cosa ben diversa. Questo, per dire che sia stato utile il lavoro fatto con la Provincia e con il sindaco di Pesaro, il quale ha confermato per iscritto che non si sarebbe opposto alla procedura, ma fino a oggi nessuno l’aveva mai attivata. Mi ha fatto piacere l’intervento del capogruppo del Pd, Lorenzo Santi, che ha riconosciuto come questa cosa sia stata realizzata nell’interesse della città. Come amministrazione comunale dovremo lavorare tutti insieme, perché, sperando nella conversione del decreto in legge, da oggi Urbino è capoluogo. A suo tempo, Cancellieri lo aveva detto: se lo fossimo già stati per davvero, il Ministero dell’Interno avrebbe indetto per noi le elezioni amministrative secondo le regole di un capoluogo. Perciò non raccontiamo cose che non sono reali, se adesso siamo capoluogo è per merito di questo Consiglio comunale. Dobbiamo essere consapevoli della trasformazione epocale ottenuta. La stessa sentenza della Corte costituzionale del 2013 era un po’ particolare, seppur positiva. Ora sappiamo che il tribunale, i servizi di polizia e l’ufficio della Provincia non li potrà toccare nessuno. Fra l’altro, questo sarà motivo d’incontro anche in Commissione, perché nel decreto c’è scritto che gli uffici vengono definiti tra le due città capoluogo. Ciò non vuol dire che dobbiamo avere la Prefettura qui e un distaccamento a Pesaro, non lo pretendiamo, però possiamo stare al tavolo della discussione con la dignità che Urbino ha sempre avuto. Insieme ai riconoscimenti raggiunti in questi giorni, di prima città della cultura in Europa e di città che legge di più, è uno dei tasselli che potranno aiutarci a lavorare all’obiettivo di Capitale della cultura 2033, su cui credo che la prossima amministrazione dovrà concentrarsi".

n. p.