"Tagli squilibrati, e alterano anche il bosco": "Per stanare i pusher si poteva fare altro"

Miralfiore e polemiche, interviene un esperto: Fabio Salbitano, docente universitario di Silvicoltura: "Ma non è un danno irreversibile"

"Tagli squilibrati, e alterano anche il bosco": "Per stanare i pusher si poteva fare altro"

"Tagli squilibrati, e alterano anche il bosco": "Per stanare i pusher si poteva fare altro"

Parco Miralfiore: quanto

è giusto un diradamento di piante e sottobosco per azioni di prevenzione allo spaccio di droga? Facciamo questa domanda al professore universitario (insegna a Sassari) Fabio Salbitano, nel mezzo della polemica che vede alcuni ambientalisti attaccare la gestione fatta dall’assessore Enzo Belloni, con delega al verde pubblico, accusato di "distruggere l’ecosistema del Parco per stanare i pusher". Con Salbitano siamo andati al parco Miralfiore.

Professore, allora, è vero? Invece di manutenere sono stati fatti dei danni all’ambiente?

"No, non siamo davanti ad un caso di danno irreversibile e non c’è allarme di scomparsa del bosco. Ma dico che quello che si dovrebbe fare è altro".

Perché?

"E’ sicuro che l’intervento fatto altera la struttura e il funzionamento dell’ ambito boschivo ed è privo di equilibrio perché funzionale solamente all’obiettivo “visibilità”".

Insomma è un intervento che andrebbe fatto meglio?

"Le forze dell’ordine riescono a vedere cosa accade all’interno della macchia. Ma questo stesso risultato si sarebbe potuto ottenere anche con interventi di rimozione della vegetazione più limitati e concentrati. C’è un sacrificio troppo alto di biodiversità e l’effetto è anche controproducente".

Insomma è fin troppo pulito...

"Sì. Agire in questo modo non fa che dare il via al riscoppio di vegetazione infestante e rovi la cui gestione è poi difficile e implica l’uso di macchine specifiche".

Tornando alla polemica, secondo lei efficienza visiva per garantire la sicurezza e rispetto della biodiversità possono essere conciliabili?

"Si, non solo è possibile tecnicamente e scientificamente, ma è doveroso".

Come ottenere l’ equilibrio?

"Elaborando un Piano di gestione del Parco, ma soprattutto attuandolo con personale e mezzi adeguati".

L’assessore Belloni ha detto che il Piano di gestione c’è ed è stato redatto da un agronomo.

"Non mi risulta. Io comunque non l’ho visto fra i documenti preparatori del regolamento del verde. So che c’è stato un incarico da 700 euro dato ad un agronomo ma non credo che possa essere servito per redarre il Piano di gestione di un Parco di ben 23 ettari. Inoltre non c’è un ufficio preposto esclusivamente alla gestione del verde pubblico con personale specificatamente formato. Sono criticità che saranno superate con l’approvazione del nuovo regolamento del verde"

Un atto per cui l’assessorato all’ambiente le ha dato 50mila euro...

"Non è così. L’incarico di consulenza scientifica per redigere il nuovo regolamento del verde e sviluppare la strategia FEVer è stato dato all’Università di Sassari di cui io sono un dipendente, non a me personalmente. L’importo è di 39mila euro: risorse che serviranno per analisi scientifiche anche con dati satellitari, volte a mappare l’ambiente urbano e quantificare i benefici reali e potenziali del verde. Finalmente Pesaro non interverrà con azioni a spot, di sola manutenzione, ma avrà una piattaforma razionale per co-progettare insieme all’urbanistica, ai servizi sociali e culturali, la gestione di un patrimonio che non è solo un corredo o peggio un arredo del contesto urbano, ma una componente urbanistica e culturale fondamentale di grande rilevanza per la vita della comunità, per la mitigazione dell’isola di calore e delle criticità idrogeologiche, un attore contro l’inquinamento atmosferico e acustico, un alleato per la salute della persona".

Solidea Vitali Rosati