Travolgente “Joie de vivre“

L’Accademia di Belle Arti di Urbino a Fossombrone in uno spettacolo immersivo

Travolgente “Joie de vivre“

Travolgente “Joie de vivre“

di Giovanni Volponi

La gioia di vivere è contagiosa e si espande a macchia d’olio, dai giovani ai meno giovani, dagli studenti ai cittadini, dagli attori al pubblico, da Fossombrone al mondo. Non senza ombre, però. Lo spettacolo La joie de vivre, andato in scena nella città sul Metauro la scorsa settimana, per sei repliche totali, è stata una sferzata di novità, di gioia, di malinconia, di stupore.

Una trentina gli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Urbino coinvolti nel progetto: lo spettacolo è infatti il frutto della creatività degli alunni dell’indirizzo di scenografia. Essi hanno curato luci, scene, costumi e video, in una combo eclettica di materiali a volte low-cost, a volte impensabilmente impressionanti, come solo l’entusiasmo di un team di giovani menti può immaginare, e soprattutto realizzare, col fondamentale supporto dei docenti dell’Accademia e del comune di Fossombrone.

La gioia, ovviamente era nel titolo e nel testo: una carrellata di personaggi circensi creati da Caterina Ridi che ha curato la drammaturgia. A far gioire tutti quanti ci penserà anche un misterioso profumo, un’essenza che si spande nell’aere, un flacone che gli spettatori poi hanno ricevuto come cadeau al termine della serata. Un’altra idea geniale. La malinconia fa da sfondo: del resto, è l’altro lato della medaglia. Gioia e tristezza di vivere esistono e si sostengono reciprocamente. Le emozioni messe a nudo, forse alla fine sono il tema principale: un programma di sala a forma di cuore era tenuto dagli spettatori che non avevano posti fissi, ma si muovevano nella chiesa barocca di san Filippo come un flusso sanguigno attratto dal personaggio di volta in volta al centro della trama.

Tanti cuori che si muovevano nello spazio della chiesa, seguendo le strane e oniriche vicende dei personaggi, un po’ amare, un po’ dolci. Lo stupore coglieva lo spettatore per le luci e le ombre tramate dagli allievi-scenografi: luci sul pavimento, specchi, candele, fasci dall’alto. Il tutto accompagnato dalle musiche del laboratorio elettronico di musica sperimentale del conservatorio “Rossini“: non note, non melodie, ma suoni, tanti e diversi, provenienti da lastre mobili e dunque pienamente inseriti nel movimento di attori, luci e pubblico che faceva vibrare di vita la chiesa. Usciti nel corso di Fossombrone, rimanevano nella mente le immagini della Joie de Vivre, dei moderni quadri in movimento, da rivivere con uno spruzzo di lozione quando più ci piace.