Vuelle, Cioppi ai saluti dopo undici stagioni: "Sto solo aiutando il club a traghettare"

Il ds spazza via le ipotesi sul suo conto: "Ho preso contatti con coach e dirigenti per cercare di trasmettere la bontà del nuovo corso"

Vuelle, Cioppi ai saluti dopo undici stagioni: "Sto solo aiutando il club a traghettare"

Vuelle, Cioppi ai saluti dopo undici stagioni: "Sto solo aiutando il club a traghettare"

Non è stata una sorpresa la notizia, scritta di suo pugno, da Stefano Cioppi e diffusa nel pomeriggio di ieri: era nell’aria che il dirigente pesarese, per undici stagioni direttore sportivo della Vuelle, fosse arrivato ai saluti. Magari avrebbe voluto congedarsi ufficialmente il 30 giugno, alla scadenza del contratto, ma le pressioni di questi ultimi giorni lo hanno spinto ad un chiarimento che la società gli ha concesso, pur usufruendo ancora del suo aiuto in questo passaggio di consegne.

"Vorrei liberare la piazza da ogni tipo di equivoco, chiarendo interpretazioni scorrette della situazione relativa al mio rapporto con VL Pallacanestro - scrive Cioppi -. Sono sotto contratto con il Club, verso il quale provo enorme gratitudine; lo stesso è appena passato attraverso un profondo rinnovamento di governance ed ha chiesto la mia collaborazione, in quanto dipendente, per prendere contatto con i migliori dirigenti ed allenatori disponibili sulla piazza, aiutare a trasmettere loro la bontà del nuovo corso di Pesaro e l’idea di poter lavorare in sintonia con la nuova struttura VL. Ho ritenuto di non dover fuggire dai miei doveri contrattuali o prendermi settimane di ferie non ancora sfruttate e ho deciso di rispettare ciò che la Società mi propone fino alla imminente scadenza del contratto, assistendo la nuova governance nell’attraversamento del delicato passaggio di consegne, per poi salutare e ringraziare tutti".

Non sono state però le critiche (e gli insulti) ricevute dai tifosi a spingerlo verso l’addio: "Cadere e rialzarsi fa parte dello sport, ma per questa retrocessione provo un dispiacere così grande che, anche guardandomi indietro, magari alle cose fatte bene come le prime incredibili salvezze o le Final Eight e i playoff degli ultimi anni, non riesco a trovare conforto. Certo, non è solo una mia responsabilità, tante figure sono corresponsabili di un risultato sportivo negativo, dagli allenatori ai giocatori. Ma ero consapevole che il margine di errore per me d’ora in poi sarebbe stato azzerato e ho deciso che era giusto farsi da parte, anche per il bene della mia amata Vuelle".

Il colpo di cui vai più orgoglioso? "Bè, rapportato alla mancanza di pedigree e allo stipendio che aveva da noi, direi che McKissick ha avuto poi una carriera strepitosa. Anche Christon è stato un bel colpo, l’anno dopo giocava i playoff Nba con Oklahoma, mentre di Lacey sono fiero non solo come giocatore ma anche come persona, un ragazzo eccezionale".

E quello che non riprenderebbe mai? "Troppo facile dire Schilling, è sotto gli occhi di tutti che fisicamente non era quello che ci avevano raccontato".

Perché la Vuelle è retrocessa? "Per una serie di motivazioni che cominciano dall’origine della stagione con errori nelle scelte, poi anche situazioni sfortunate come l’infortunio di Totè alla vigilia della partita cruciale di Treviso. Ma più di tutto, è un gruppo di persone che non è mai diventata una squadra, testimoniato dal fatto che abbiamo vinto gare inaspettate, poi rivelatesi inutili, ma perso i confronti diretti cruciali. Non vincere le partite che dovevamo vincere significa che mancava una chiarezza gerarchica".

Chi ringrazia uscendo? "Ario Costa e Luciano Amadori prima di tutti, ma anche Arceci e Valli con cui ho collaborato per poco tempo. Poi tutti i coach, i giocatori, i tifosi con cui mi sono rapportato in questi lunghi anni".

Cosa farà adesso? "Non ho deciso. Intanto mi impegno per la campagna elettorale, voglio farla con serietà. Non sono sui social, la farò in altro modo".

Elisabetta Ferri