Vuelle, ora la metamorfosi deve funzionare. Coach Sacchetti punta sullo "small ball"

Uno schieramento senza pivot, con transizioni veloci e tutti i cinque in campo che corrono. Ma per vincere così bisogna far canestro

Vuelle, ora la metamorfosi deve funzionare. Coach Sacchetti punta sullo "small ball"

Vuelle, ora la metamorfosi deve funzionare. Coach Sacchetti punta sullo "small ball"

Che cosa ha portato finora l’innesto di Markis McDuffie all’interno della Carpegna Prosciutto? In termini di risultato le cose, purtroppo, non sono cambiate: quando è arrivato la Vuelle era nel tunnel da 5 partite e dopo il suo arrivo il tunnel si è allungato a 8. Uno dei pochi casi in cui il cambio di allenatore non ha ancora prodotto la scossa tanto attesa. Ma sulla scelta di McDuffie non si può dir nulla: nelle tre gare disputate finora con la canotta biancorossa l’ala del New Jersey sta viaggiando a 14 punti e 7 rimbalzi di media con il 40% da due, il 37,5% da tre, il 75% nei tiri liberi. E crediamo che con quella mano dolce che si ritrova possa migliorare sia la percentuale nel tiro ravvicinato che quella dalla lunetta. Smazza anche 1,7 assist di media e vanta una buona valutazione - la cifra che somma le voci positive sottraendo quelle negative - dando così un indicatore di massima dell’efficacia di un giocatore. UN acquisto azzeccato se si guardano le sue qualità individuali, poi si può discutere se fosse il ruolo giusto da innestare su una pianta che da ormai due mesi (l’ultima vittoria è datata 17 dicembre) non riesce a trovare linfa nel terreno per rifiorire.

Rinunciando a Mockevicius, la Vuelle si mette completamente nelle mani di Totè per quanto riguarda il ruolo di pivot, anche se Meo Sacchetti ha dimostrato chiaramente sin qui che predilige giocare col quintetto "small ball" lanciato dai Phoenix Suns di Mike D’Antoni in Nba, ovvero rompendo gli schemi dello schieramento classico con play, due esterni, ala forte e centro e puntando su transizioni molto veloci, con tutti i cinque giocatori in campo in grado di correre. Senza tirare in ballo paragoni così altisonanti, è chiara l’intenzione di usare sia Mazzola che Ford da numeri 5. E, onestamente, che Valerio sappia farlo non ci sono dubbi, dato che anche Repesa lo scorso anno lo utilizzava spesso sotto i tabelloni in situazioni tattiche particolari. Mentre Quincy si sta rivelando un elemento molto duttile e da quando è arrivato Sacchetti il suo rendimento si è elevato: nelle cinque partite dirette da Meo è andato tre volte in doppia cifra portando sempre un ottimo contributo a rimbalzo e dimostrandosi versatile anche in chiave difensiva, dov’è in grado di marcare anche gli esterni con le sue buone gambe. Potrebbe essere una scelta rischiosa, ma Ford e McDuffie insieme avevano fatto buone cose anche a Varese prima che Markis fosse espulso, lasciando il campo con 16 punti e 9 rimbalzi. Si spera che in questa pausa gli automatismi migliorino, per diminuire il numero delle palle perse dovute spesso a sbavature sui passaggi che, avendo cambiato di continuo i protagonisti in campo, sono anche comprensibili. Poi però se si sceglie di giocare in questo modo, esaltando l’attacco piuttosto che la difesa, bisogna far canestro. Altrimenti vincere diventa un’utopia.

Elisabetta Ferri