Vuelle, Wright-Foreman scalda i motori. Il tassello che mancava all’attacco pesarese

Il diesse Cioppi ne descrive le qualità: "E’ molto atletico: il suo pezzo forte è battere l’uomo per mandare in rotazione le difese"

Vuelle, Wright-Foreman scalda i motori. Il tassello che mancava all’attacco pesarese

Vuelle, Wright-Foreman scalda i motori. Il tassello che mancava all’attacco pesarese

La sua passione più grande fuori dal campo di basket è l’arte. Quando ha saputo che Pesaro dista appena mezz’ora da Urbino è esploso di gioia al pensiero che nel suo giorno libero potrà ammirare dal vivo i quadri di Raffaello. I giocatori americani a volte, sono sorprendenti: molti di loro non sembrano troppo interessati al luogo in cui vengono a giocare, basta che gli suggerisci un buon ristorante dove andare a mangiare e sono a posto. Altri, come Writgh Foreman, amano parlare degli studi che hanno fatto al college e dissertare dei dipinti di Michelangelo, Leonardo e, perché no, di Raffaello. "Gli abbiamo promesso che alla prima vittoria che ci aiuterà a conquistare lo portiamo a Palazzo Ducale" sorride il ds Stefano Cioppi.

Lo sbarco del newyorchese ha portato una ventata di freschezza su un ambiente che ha bisogno come il pane di energie positive: "Un ragazzo molto solare, simpatico, aperto. Dice che conosceva già tutti i nostri americani e anche quelli di Brescia, per averli incontrati in qualche evento o lega. Anche questo è un segno di interesse e di coinvolgimento sempre importante per un nuovo arrivato".

Meo Sacchetti lo ha usato da guardia nel quintetto insieme a Cinciarini, poi da play in un altro schieramento accanto a Bamforth, a conferma che ’JWF’ è la classica combo che può ballare fra le sue posizioni: "Fisicamente ha la taglia di un playmaker, ma ha un atletismo importante, ha braccia lunghe e ad inizio allenamento ci ha regalato diverse schiacciate - racconta ancora Cioppi -. Un realizzatore che ha basato tutta la sua carriera sul talento atletico e tecnico, non certo sul playmaking, anche se sa passare bene la palla. Il suo pezzo forte? Battere l’uomo per mandare in rotazione le difese, quello che ci è mancato finora: quando accadrà può andare fino al ferro oppure innescare i tiratori. Anche lui, comunque, ha un gran bel tiro e quando va in striscia da tre punti può essere pericoloso per le difese avversarie". Si è fermato un po’ prima dei compagni, facendo strecthing col preparatore nel finale della seduta "perché la stanchezza era ancora da smaltire, una notte di sonno comunque l’ha persa per volare qua e non volevamo metterlo troppo sotto stress, anche se lui avrebbe voluto fare tutto l’allenamento - conclude il dirigente pesarese -. Dice che non vede l’ora che sia domenica perché ha sempre desiderato giocare nel nostro campionato che considera il migliore, oltre oceano, insieme a quello spagnolo". I tifosi pesaresi, che hanno sempre considerato il basket una forma d’arte quando interpretato con classe, lo aspettano sul parquet per dipingere qualche bellezza.

Elisabetta Ferri