"Non basta risparmiare, serve un aiuto"

Mambelli (Confcommercio) chiede alla politica di intervenire. I timori dei commercianti per l’autunno e l’inverno sono tanti

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"’Ci stanno facendo chiudere, pagavamo 1.200 euro al mese e ora sono 5.800. Abbiamo 7 dipendenti, ci sono 4 famiglie che mangiano da qui. Covid, guerre, speculazioni: fate qualcosa che la vedo dura. Aiutateci, ormai non conta neanche più lavorare: siamo alla frutta’". Il messaggio che Paolo Giulianini di Ascom Confcommercio ha ricevuto nei giorni scorsi è il grido disperato di un ristoratore della città. Lo legge senza dire chi glielo ha inviato: "Gli alberghi fanno fatica, tra i campeggi qualcuno mi ha già detto di essersi pentito di aver preso delle prenotazioni per questo periodo, perché se la struttura non è piena è difficile ripagare le spese – spiega Giulianini –. Federalberghi ha fatto un sondaggio tra le imprese ricettive e, alla domanda in cui si chiede se prevedono che bollette e inflazione influiranno negativamente sull’attività, il 100% ha risposto di sì".

Il problema è trasversale e colpisce tutti. Molte attività di Ravenna mercoledì hanno aderito all’iniziativa indetta a livello nazionale da Confcommercio contro i costi dell’energia e hanno spento le luci per 15 minuti a mezzogiorno. "Possiamo pensare di cambiare gli orari, spegnere una lampadina... Tutti quanti stiamo già adottando dei sistemi di risparmio – dice Mauro Mambelli, titolare del ristorante ’la Gardela’ e presidente di Confcommercio Ravenna – ma ciò che dobbiamo fare è chiedere un sostegno. La politica a livello internazionale deve prendere una strada diversa, e non si può fare i preziosi ora dicendo ’no’ a tutto. E comunque ci sono situazioni paradossali, come quelle di chi mette il fotovoltaico a casa, attiva l’impianto ma deve aspettare mesi perché l’ente autorizzi l’allacciamento della propria abitazione all’impianto pagato e installato. A me questa situazione è capitata, è assurdo. La verità è che le bollette sono una spada di Damocle e le attività commerciali, dopo aver fatto da ammortizzatori per anni tra pandemia e guerra, sono sfinite".

L’energia è diventata un problema anche per i Comuni: a San Pancrazio si ritarda l’accensione dell’illuminazione pubblica al mattino, a Ravenna da mesi è stato ridotto l’orario in cui i lampioni sono attivi. "Ciò che si poteva fare lo abbiamo già messo in campo alla fine dello scorso inverno – dicono dal Comune – e più di così le ore di illuminazione non possiamo ridurle: non devono essere meno di 4.000 all’anno, secondo la legge regionale".

sa.ser