"Pochi autisti e non pagati", saltano i bus

Le accuse dei dipendenti della ditta Scoppio. L’assessore alla Mobilità, Baroncini: "Linee non effettuate, saranno applicate penali"

È ai limiti della sopportazione il clima che si respira fra molti degli autisti e degli assistenti in servizio sui bus che accompagnano ogni giorno ai loro istituti gli studenti delle primarie e delle medie ravennati. Molti guidatori – tutti dipendenti della ditta Scoppio – riferiscono infatti di avere ricevuto, dall’inizio dell’anno scolastico, solamente il compenso relativo al mese di settembre, o talvolta quello di ottobre. La stessa accusa che viene mossa all’azienda – con sede in Puglia ma attiva in tutta Italia – anche dagli assistenti. Un clima lavorativo che descrivono come diventato ormai impossibile, evidenza che a quanto pare non è sfuggita a molti dei genitori degli studenti che quotidianamente salgono su quei bus: sono stati loro infatti i primi a chiedere chiarimenti circa la situazione.

La Scoppio, stando a quanto è possibile ricostruire, impiega attualmente una quindicina di autisti ravennati, mentre altrettanti sono originari di altre regioni d’Italia; gli assistenti assommano a cifre simili. "Non abbastanza per coprire il servizio – accusano vari autisti –, tanto che a inizio anno cinque linee sono passate in carico a Coerbus, per l’impossibilità dell’azienda di farsi carico di quel servizio". Carenze d’organico che si sono recentemente ripercosse su ulteriori tre linee, come conferma il Comune: ufficialmente relazionando il caso al "picco influenzale", il gestore ha comunicato "che pur avendo impiegato tutte le figure di riserva previste dal capitolato non sarebbe riuscito a coprire alcune delle 24 linee previste dal contratto".

Entra nel dettaglio l’assessore alla Mobilità, Gianandrea Baroncini: "Per la precisione tre linee risultano non effettuate sia nella giornata di oggi (ieri, ndr) che in quella di domani (oggi, ndr). In questi casi saranno applicate tutte le decurtazioni e le penali contrattualmente previste". Interpellati, i responsabili ravennati dell’azienda hanno negato pressoché ogni accusa sia sul fronte retributivo che su quello degli eventuali disservizi, minacciando di adire alle vie legali. I ritardi nelle retribuzioni e la mancata copertura di alcune corse non sono infatti l’unica nota dolente che compare ripetutamente, testimonianza dopo testimonianza, nelle accuse mosse da genitori, autisti e assistenti. Alcuni degli aspetti contro cui viene puntato il dito sono da brividi: fra questi, "le gomme dei bus ormai completamente lisce" e "le cinture di sicurezza non allacciabili". I ritardi nei pagamenti ad autisti e assistenti non sarebbero gli unici a carico dell’impresa, "la quale", rincarano la dose i dipendenti, "non gode più della fiducia dei distributori di carburante, al punto che talvolta sono gli autisti stessi a dover anticipare i pagamenti di tasca propria", così come di quella "di ristoratori e albergatori", restii a ospitare il personale che arriva da altre parti d’Italia per lavorare su quei bus. Accuse gravissime, che i responsabili ravennati dell’impresa definiscono "false": i dipendenti però confermano tutto.

Davanti alle loro rimostranze l’azienda, raccontano i membri del personale, "si cela dietro presunti ritardi nei pagamenti da parte del Comune", il quale però nega ogni addebito in merito. "Sul fronte retributivo – conclude Baroncini –, pur nella consapevolezza che non possiamo entrare nelle dinamiche interne a soggetti terzi, ci siamo sempre attivati per chiarire situazioni oggetto di segnalazioni e continueremo a farlo". Gran parte dei dipendenti "si sta guardando attorno alla ricerca di un impiego più dignitoso – concludono amareggiati molti autisti –. A Ravenna presto molti studenti non avranno più chi li accompagnerà a scuola".