Abusata dal marito e picchiata dalla cognata

La vittima li denuncia. Ieri entrambi sono stati rinviati a giudizio

"Io sono tuo marito, posso fare quello che voglio": sarebbe stata la frase che una donna di origine marocchina si sarebbe sentita rivolgere dal consorte italiano, un 55enne di origini calabresi. Lei lo ha denunciato per ripetuti episodi di violenza sessuale e vessazioni che sarebbero iniziati poco dopo le nozze e per i quali lui dovrà rispondere a processo.

La donna, più giovane di lui, lo aveva conosciuto in Marocco, dove l’uomo le aveva proposto di sposarsi e poi di venire in Italia, con la promessa di farla lavorare. Il matrimonio è stato celebrato nel Paese di lei: una volta rientrati in Italia, sarebbero iniziati subito gli abusi. Per qualche tempo la moglie avrebbe sopportato, poi ha deciso di denunciarlo, ma quando ha manifestato quest’intenzione, è intervenuta pure la cognata, che avrebbe preso le parti del fratello fino a picchiare l’altra. L’uomo, un 55enne, deve rispondere di violenza sessuale perpetrata in diverse occasioni e di maltrattamenti, che sarebbero stati commessi dall’agosto 2022 all’aprile 2023.

Lui l’avrebbe picchiata circa quattro volte alla settimana; le avrebbe rivolto insulti, sputi e minacce di morte, privandola anche di un sostegno economico. In almeno quattro-cinque occasioni il 55enne l’avrebbe costretta a subire rapporti sessuali completi, provocandole anche perdite ematiche, una volta minacciandola con una forchetta puntata al collo e un’altra mostrandole un bastone per vincere la sua resistenza, dicendole che di lei poteva fare quello che voleva. Al 26 aprile dell’anno scorso risale l’episodio in cui la sorella del 55enne avrebbe preso la donna per i capelli e graffiata al collo e alle spalle, per il quale deve rispondere di lesioni. Entrambi, il 55enne e la sorella, sono stati ieri rinviati a giudizio dal gup Andrea Rat: il processo inizierà in luglio. A quanto risulta, l’imputato, a piede libero, aveva già ricevuto una condanna per maltrattamenti verso la prima moglie. La donna, costituita parte civile attraverso l’avvocato Alessandro Carrara, chiede un risarcimento di 200mila euro. Il 55enne è codifeso dagli avvocati Giovanni Zambonini e Mario Di Frenna; quest’ultimo assiste anche la sorella.

Alessandra Codeluppi