Addio a Luisa dal Verme Aveva pronto l’articolo per annunciare la sua scomparsa

Si è spenta Luisa dal Verme, insegnante di Educazione Fisica con 42 anni di servizio, all'età di 105 anni. Aveva una formazione presso l'Accademia di Orvieto ed insegnò in diverse città italiane. Fu valida insegnante di ginnastica medica correttiva. Ricevette un diploma di benemerenza per il suo contributo allo sviluppo dell'Educazione Fisica e allo sport italiano.

Addio a Luisa dal Verme   Aveva pronto l’articolo  per annunciare  la sua scomparsa

Addio a Luisa dal Verme Aveva pronto l’articolo per annunciare la sua scomparsa

di Luisa

dal Verme

Si è spenta nella notte (o all’alba o nel pomeriggio…) la professoressa Luisa dal Verme insegnante di Educazione Fisica con 42 anni di servizio. Aveva 105 anni.

Ebbe una ottima preparazione presso la severa prestigiosa Accademia di Orvieto, unica in Italia, allora, per questa professione. Accademia femminile a Orvieto, maschile alla Fernesina a Roma. Iniziò questa carriera all’Aquila, ricordava gelida e ospitale, a Bergamo, città accogliente e infine approdò nella sua città natale, Reggio Emilia. Un anno alla scuola media, all’Istituto professionale, per 36 anni al liceo classico ’Ariosto’, completando la cattedra col liceo scientifico, allora unico a Reggio.

Giovanissima insegnò come maestra elementare nella scuola elementare di Governara (Asta di Villa Minozzo). Fin dal primo anno d’insegnamento di educazione fisica all’aprile, 1941 - 1942, rivelò il suo senso di responsabilità sui monti della Maiella, quando durante una gara do sciistica, nella baita, in attesa della partenza, il tempo improvvisamente cambiava e una bufera di tormenta si abbatteva. Con ordine di sospensione della gara. Il ritorno era drammatico. Cominciò la discesa in gruppi da tre che si dovevano controllare a vicenda. Salvò una concorrente svenuta e subito coperta di neve. Riuscì a portare tutte all’albergo di Roccaraso.

Nel pomeriggio i carabinieri si assicurarono della presenza di tutte e comunicarono che nel percorso parallelo due maschi, svenuti e coperti di tormenta, erano morti ed uno era moribondo. Per questo episodio, in seguito, ebbe dal Direttore Sportivo, il professore Luigi Spineda, l’encomio, alla presenza dell’ambiente sportivo.

Nell’estate del 1942, fu scelta per insegnare a Firenze nei corsi accelerati per le future insegnanti di Educazione Fisica, avendo la scuola Italiana necessità di coprire tantissime cattedre.

Nel 1946 fu chiamata dal Ministero per insegnare all’Isef di Roma, ma rinunciò per non allontanarsi dalla famiglia. Perse il fratello Gianni di 24 anni, reduce di guerra, per cause conseguenti l’implacabile ultimo evento bellico.

Fu valida insegnante di ginnastica medica correttiva. Il direttore sportivo, il professore Napolino Copelli, affidò a lei i corsi femminili di questa importante branca e al professore Bruno Fabri quelli maschili.

Questa passione per la medicina era un retaggio di famiglia. Il bisnonno materno, veterinario, il nonno dottor Enrico Manozzi, lasciò tracce a Fiumane di Verona e a Reggio per i suoi consulti. Ottimo diagnosta e terapeuta. Il padre, ufficiale effettivo di artiglieria di professione, si laureò in medicina per ampliare la sua cultura. Il corso di Orvieto di Luisa, 1938-1941, ebbe l’abbuono del biennio di medicina per i professori dell’Università di Medicina di Roma, venivano a Orvieto con gli stessi programmi, le stesse dispense e gl istessi esami.

Nel 1971 Luisa ricevette il diploma di benemerenza della Federazione Nazionale Insegnati di Educazione Fisica "per il contributo allo sviluppo dell’Educazione Fisica e allo sport italiano", firmato Console Achille Cruciani.

A Luisa piaceva scrivere. Suoi articoli sonno apparsi sul Resto del Carlino, sulla Gazzetta di Reggio, sulla Strenna, sulla Libertà. Le piaceva disegnare; le travi della sua dimora in via Fratelli Cervi 45, sono da lei istoriate. Questa risale al 1500, tramandata di padre in figlio. Nell’oratorio del 1600 sono sepolti i famigliari.

Apparteneva a una famiglia che ha avuto influenze sui destini d’Italia. I dal Verme nel 1385 ebbero, tra le altre, l’investitura anche di Poviglio. Fu da loro ricostruito il castello, fu un periodo fiorente.

Al padre di Luisa, Donnino dal Verme, è intitolata una via nei pressi di via Pausa a Reggio Emilia, per atti di alto valore nella guerra del 15-18 e per onoreficenze civili. Morì nel 1934 per causa di servizio a 44 anni.

La sorella Enrica, pure insegnante di Educazione Fisica, laureata in inglese, è scomparsa 94enne il 1 -1- 2011.

Il fratello, ingegnere Carlo, Tenenete Colonnello di Artigleiria, dirigente alla Montedison di Milano, è l’autore di ‘Ombre sulla Sabbia’, da ‘El Alamein a Tunisi’; di ‘Rosso e Nero’ su Don Giuseppe Barbieri, parroco di Baguolo di Reggio. È scomparso nel 2002 a 82 anni. È suo il progetto del restauro della Chiesa di Campolungo a Castelnuovo Monti. La tomba che accoglierà Luisa è stata progettata da lui. Il marmo sienite che la ricopre, è il monolito più grande, del Cimitero monumentale di Reggio, così si è espresso il marmista Mario Barocchi.

Il ricordo di Luisa non si cancellerà per avere dedicato le sue energie migliori alla Scuola. Tante studentesse non hanno nai perso il rapporto con lei. Accettava gli inviti dopo 10, 25 anni dalla maturità; l’ultimo nel 2009 per il cinquantenario della classe 5 A dello Scientifico.