Affidi, parla la teste prosciolta: "Quei pagamenti non erano illeciti. Altrimenti lo avrei denunciato"

In aula Nadia Campani, responsabile dell’ufficio di piano dell’Unione: "Tutti conoscevano questo sistema". Tarquini, difensore del sindaco Carletti: "È la fine di un incubo, indagine basata su errori macroscopici".

Affidi, parla la teste prosciolta: "Quei pagamenti non erano illeciti. Altrimenti lo avrei denunciato"

Affidi, parla la teste prosciolta: "Quei pagamenti non erano illeciti. Altrimenti lo avrei denunciato"

di Alessandra Codeluppi

Nel processo sui presunti affidi illeciti di minori a Bibbiano, è stata ascoltata ieri mattina Nadia Campani, responsabile dell’ufficio di piano dell’Unione che fu prosciolta nel rito abbreviato.

Solo pochi giorni fa è stata confermata dalla Cassazione l’assoluzione di Claudio Foti, psicologo del centro ‘Hansel&Gretel’ di Torino. La sentenza con rito abbreviato ha confermato anche il verdetto di Appello nella parte in cui si dice che l’abuso d’ufficio fu commesso, seppur non da Foti. In primo grado con rito ordinario devono risponderne cinque persone: pendono l’abolizione del reato voluta dal governo e anche la prescrizione come rimarcato di recente dalle difese.

Ieri il pm Valentina Salvi ha depositato la sentenza della Cassazione, ma le difese hanno obiettato che non è ancora definitiva e l’avvocato Rossella Ognibene, che codifende l’ex responsabile dei servizi sociali Federica Anghinolfi, ha annunciato che solleverà eccezione di illegittimità costituzionale.

Ieri Campani, chiamata a testimoniare dalla Procura, ha deciso di rispondere sostenendo l’assenza di illeciti: "Una delibera regionale prevede che in caso di affidi di minori l’Ausl possa rimborsare l’ente locale del 50%. Le famiglie affidatarie pagavano la psicoterapia: loro ricevono un contribuito per il minore da loro collocato che doveva coprire anche le spese di psicoterapia. Il contributo veniva erogato dal servizio sociale e dopo l’Ausl rimborsava il 50%".

La teste ha anche rimarcato che "tutti erano a conoscenza" di questo sistema. Il pm Salvi le ha chiesto perché non ci potesse essere passaggio diretto di soldi dall’Unione ad ‘Hansel&Gretel’. "L’Ausl avrebbe dovuto assumere personale o fare un appalto, ma l’operazione richiedeva tempi incompatibili con la necessità di dare psicoterapia in via urgente ai minori – risponde Campani –. Questa sperimentazione serviva invece a dare una risposta immediata, con modalità temporanee".

Il pm le ricorda l’interrogatorio del 29 agosto 2019 in cui Campani riferì: "Nella retta affido, si comprendeva la spesa della psicoterapia senza poterla espressamente indicare. Faceva parte dell’escamotage sopra indicato ed era noto a me, Anghinolfi, a tutti i sindaci e in particolare ad Andrea Carletti".

Ma ieri la teste ha precisato il suo pensiero sostenendo che non corrispondeva al verbale: "Il contributo per l’affido, come recitava la delibera regionale, era destinato a coprire tutti i costi delle famiglie. Non è che non potesse, ma non doveva andare necessariamente a indicare tutte le spese da loro sostenute". Sulla necessità di appalto che avrebbe poi dovuto bandire l’Ausl, lei ha riferito che "Carletti era consapevole: lui stesso caldeggiava negli incontri che venisse completata l’attività in modo da superare la sperimentazione". Quando il pm le chiede se lei sapesse di aumenti dei costi per gli affidi dal 2015 al 2018, Campani risponde che "per un periodo più ampio sì, perché c’era una progettualità legata alle linee guida regionali: in caso di allontanamento dei minori, meno comunità residenziali e più affidi familiari".

Da un dialogo del 17 ottobre 2018 tra lei e Federica Anghinolfi, ex responsabile dei servizi sociali, si parla di 200mila euro in più.

A domanda dell’avvocato Giovanni Tarquini per Carletti, Campani ha risposto di non aver mai detto che quel metodo di pagamento della psicoterapia era illegittimo, altrimenti lo avrebbe denunciato. "L’abuso d’ufficio esiste per la corte d’Appello, che però si è basata solo sugli atti di indagine. Noi abbiamo scelto il rito ordinario perché non vengano usati – dichiara a margine Tarquini –. Le dichiarazioni di Campani provano la verità. Ora il pm dovrebbe chiedere scusa: per noi è la fine di un incubo, cioè essere finiti in un’indagine sbagliata basata su equivoci ed errori macroscopici".