ALESSANDRA CODELUPPI
Cronaca

Affidi, parla una madre: "Psicoterapia invasiva"

Il ’caso Bibbiano’: in aula la storia familiare di una famiglia finita nel processo

Affidi, parla una madre: "Psicoterapia invasiva"

Affidi, parla una madre: "Psicoterapia invasiva"

Una madre ha ripercorso in tribunale la storia familiare che ha visto le vicende dei suoi due figli confluire nel processo sui minori di Bibbiano. Lei racconta di essersi separata dal marito: i bambini, un maschio nato nel 2006 e la femmina nel 2009, erano in affido congiunto. Nel settembre 2013 la madre mise in punizione il figlio; il giorno dopo "lui mi disse che da piccolo era stato violentato dal padre". L’indagine sul genitore in Calabria fu poi archiviata.

"Mi rivolsi ai servizi per capire se poteva essere un fatto grave o una bugia legata alla punizione. Mi dissero che bisognava denunciare: andai dai carabinieri con l’assistente sociale Sara Gibertini". Quest’ultima, insieme alla collega Federica Anghinolfi e alla psicologa Nadia Bolognini, devono rispondere della vicenda a vario titolo. I servizi misero a disposizione per le terapie al bambino prima la psicologa dell’Ausl, poi Bolognini.

"I servizi dicevano che dovevano intermediare nei colloqui col padre come deciso dal tribunale dei Minori, ma non ci fu alcun incontro". Ricorda che dalla denuncia del 2013 a oltre il 2016 lui aveva il divieto di avvicinamento nei loro confronti.

"Seppi dai carabinieri che il mio ex aveva inoltrato una domanda tramite legale per vedere i bambini, ma i servizi mi dissero invece che lui era disinteressato".

I figli rimasero sempre con la madre, "ma documentalmente", rileva il pm Valentina Salvi, "lui risultava in affido a una cuoca del servizio pomeridiano per minori App, Monica Iemmi".

La madre riferisce che lo seppe "solo nel 2019 dai carabinieri". Dopo un anno con la psicologa Ausl, "lei prospettò la possibilità di terapia con Nadia Bolognini, capace di cure specialistiche. Ricevevo assegni mensili firmati dal Comune di Montecchio, andavo in banca e facevo un bonifico ad Hansel & Gretel". Un giro di soldi su cui lei ha detto di "aver iniziato a nutrire a un certo punto perplessità".

Racconta di aver partecipato a sedute con Bolognini. "La maggior parte delle volte lui era da solo, lei era carina con mio figlio". Ma ha definito "invasiva" la psicoterapia nel focalizzare "il lutto": "Bolognini la giustificò per dargli tranquillità sul padre, figura che tuttora gli manca". Poi accenna a un incontro con lei e la figlia: "La psicologa le spiegò che il padre aveva fatto cose brutte al fratello".

Il controesame della difesa Anghinolfi ha evidenziato che risultava che la madre, incassando i soldi per la psicoterapia, non fosse puntuale nei pagamenti. Poi i servizi Tresinaro Secchia tentarono fino al 2021 di riavvicinare invano il padre ai minori. La difesa Bolognini ha fatto riferimento a una chat in cui il bambino avrebbe sentito lui stesso la necessità nel 2017 di contattare la terapeuta.