"Algoritmi: lavorare su linguaggio, consapevolezza e regolamentazione"

Don Alessandro Picchiarelli, sacerdote e esperto di tecnologia, riflette sull'impatto delle nuove tecnologie digitali sulla nostra vita e sulla nostra relazione con Dio. Adotta un approccio critico, invitando a una riflessione profonda sull'etica e sull'importanza di mettere al centro l'uomo in un'era dominata dagli algoritmi.

"Algoritmi: lavorare su linguaggio, consapevolezza e regolamentazione"

"Algoritmi: lavorare su linguaggio, consapevolezza e regolamentazione"

"Fino a qualche anno fa usavamo il breviario in forma di libro. Ora io ho un’app col mio breviario. È una comodità, ma vivo il rischio di essere distratto dalle notifiche. E sta cambiando anche il modo in cui mi metto in relazione con Dio".

Nulla più delle sue parole dà il senso del cambiamento sconvolgente apportato in ogni ambito dalle nuove tecnologie digitali, di cui lui è un esperto. Don Alessandro Picchiarelli è un sacerdote della diocesi di Assisi con una doppia formazione: una laurea in Ingegneria informatica e un’altra in Teologia. Lui, docente alla Pontificia Università Urbaniana di Roma, ha scritto una tesi di dottorato confluita in un corposo volume, ’Tra profilazione e discernimento. La teologia morale nel tempo dell’algoritmo’ (Edizioni Cittadella), che ha presentato mercoledì alla Polveriera nel festival ‘Noicontrolemafie’, in un incontro che ha visto il saluto di Elena Carletti in rappresentanza della Provincia e l’introduzione del professor Antonio Nicaso, docente universitario tra i massimi esperti di ‘ndrangheta. Intervistato da Alessandra Codeluppi del Resto del Carlino, don Picchiarelli ha riflettuto sul tema ‘Algor-etica: nuovo campo dell’etica’, rispondendo a un invito formulato da Papa Francesco a ingegneri e a teologi sull’impatto delle nuove strutture digitali.

"Gli algoritmi toccano tutti gli ambiti della nostra vita in un modo pervasivo e talvolta per noi incomprensibile. Basti vedere cosa accade quando facciamo una ricerca su Google: gli algoritmi rispondono bene ai nostri desideri, orientano le nostre scelte, suscitano bisogni e gestiscono la nostra capacità decisionale. I sistemi di intelligenza artificiale ci danno l’idea che la libertà sia ampliata, ma in realtà poi ci limitano: gli algoritmi tendono a profilarci. Cercando tutti la stessa parola su internet, ognuno di noi otterrà risultati diversi sulla base dei nostri gusti personali: il rischio – avverte lo studioso – è di veder ridotta la nostra capacità critica e trovarci rinchiusi in una ‘bolla’".

Lo sguardo dello studioso non è catastrofista, ma critico: "La tecnologia non va demonizzata, ma occorre non perdere di vista ciò che ci caratterizza in quanto esseri umani".

Più in generale, don Picchiarelli invita tutti a un salto: "Siamo immersi in una trasformazione molto diversa da quelle del passato. Abbiamo bisogno di ripensarci: non possiamo più fare scuola come dieci anni fa. Servono politiche educative mirate, stessa cosa in ambito sanitario. Occorre il contributo di tutti: una sinergia tra scuola, enti pubblici e altre realtà. È fondamentale che sia messo al centro l’uomo, avendo il coraggio di scelte importanti che richiedono ancora un lavoro enorme su consapevolezza, regolamentazione e riflessione e linguaggio".