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"Alla fine del mese ci ripaghiamo appena. Spese extra per la peste suina"
Un nonno e un nipote di 13 anni. Arrivano da Gavassa, dove la famiglia Filippini lavora la terra e alleva animali da generazioni. Un’azienda di cospicue dimensioni, la "Castellina", con stalle di suini e vacche. Giardo e i suoi due fratelli sono i ’patriarchi’ della società agricola, condotta dai loro figli (uno dei quali ha lasciato la meccatronica per l’agricoltura), presenti alla manifestazione delle fiere con tre enormi trattori. "Siamo oberati da norme e siamo in perdita, a fine mese ci viene fuori il reddito per sostenerci - spiega nonno Giardo -. I costi di produzione non coprono tutte le nostre spese. Noi, tra l’altro, non produciamo per il Parmigiano-Reggiano, ma latte alimentare che va via a prezzi molto bassi con la concorrenza del latte importato. Lo stesso problema che si ha ad esempio con i cereali. La suinicoltura è andata meglio negli ultimi mesi, ma stanno di nuovo calando i prezzi". Ma su questo impatta il gravame di "norme e spese obbligatorie, l’ultima è quella per il contenimento della peste suina africana, che ci ha imposto di recintare integralmente l’azienda con un chilometro e mezzo di reti contro la fauna selvatica… c’è costato un patrimonio". L’adolescente Cristian, in tuta verde da lavoro, fa le scuole medie alla Galilei di Massenzatico. E dopo? "Vorrei fare il contadino, ma se l’Unione Europa continua a creare problemi all’agricoltura è meglio prepararsi a fare altro… Così per le superiori ho indicato come prima scelta l’Itis, e lo Zanelli solo come terza".
f.c.