Appalti, escort e regalie. Tra le carte di ’Leonida’ anche una commessa Nato

Nell’inchiesta lo smaltimento di diverse migliaia di bombe a ’fosforo bianco’ e la "demilitarizzazione" dei missili Aster. C’è lo spettro dei reati ambientali.

Appalti, escort e regalie. Tra le carte di ’Leonida’ anche una commessa Nato

Appalti, escort e regalie. Tra le carte di ’Leonida’ anche una commessa Nato

di Francesca Chilloni

Escort e regalie in cambio di appalti: anche una grande commessa di ambito Nato nelle carte dell’inchiesta ’Leonida’ sulla presunta corruzione di ufficiali pubblici dell’Agenzia Industrie Difesa (Aid) da parte di Enrico Benedetti, patron dell’Esa di Bibbiano, finito agli arresti domiciliari martedì mattina su richiesta della Procura di Reggio.

La Guardia di Finanza, coordinata dal sostituto procuratore Valentina Salvi, ha accertato la natura particolare dei rifiuti militari che Esa trattava nello stabilimento Aid di Noceto (Pr). Nei documenti si parla a lungo di una commessa ’Mbda Francia’ per lo smaltimento di diverse migliaia di bombe a mano contenenti "fosforo bianco" a 10 euro l’una per un controvalore di circa 400mila euro, e la "demilitarizzazione" dei missili Aster di Francia, Italia e Regno Unito. Visto il contesto, vien da chiedersi se a Noceto siano stati commessi illeciti ambientali, e se vi sia rischio per la salute pubblica.

"È un aspetto che stiamo valutando adesso: non è stato possibile farlo prima perché le indagini erano in corso e avremmo rischiato di comprometterle con dei controlli – ha dichiarato il procuratore capo Calogero Gaetano Paci – Certamente approfondiremo anche questi aspetti per verificare se le procedure di smaltimento, i cui affidamenti dal nostro punto di vista sono illeciti, non sono regolari. Nel caso, procederemo di conseguenza. Qualora dovessero emergere reati di tipo ambientale, se ne dovrebbe occupare un altra autorità giudiziaria" cioé la Procura di Parma. La Esplodenti Sabino (Es) di Chieti era stata individuata come l’unica impresa italiana tecnicamente idonea alla quale poteva essere affidato l’appalto Mbda. Ma nell’azienda si era verificato un grave infortunio costato la vita a tre operai, e nel 2023 era necessario trovare chi le subentrasse.

L’incarico era stato affidato al generale Giulio Botto, indagato ora per concorso in corruzione e sospeso per 8 mesi dall’esercizio. Stessa ipotesi di reato e misura cautelare per il colonnello Luca Corrieri; sospensione per un anno per l’ingegner Luigi Brindisi dell’Aid. Le Fiamme Gialle intercettano per giorni le conversazioni tra Benedetti e Botto, che secondo la Procura si sarebbe adoperato per il subentro di Esa, alle medesime condizioni della Es: suggerisce infatti di fare entrare nello staff di Esa un generale in congedo con un’importantissima esperienza. Quindi Botto si attivava con il generale per ottenerne la disponibilità a collaborare con Esa. Secondo le carte, Botto è consapevole che anche altre aziende avrebbero potuto vantare competenze in materia, ma si sarebbe mosso per eliminare un vincolo per fare subentrare Esa. In una intercettazione di 20 minuti dice a Benedetti: "quella stessa frase… che ci obbligava a usare Es... la mettiamo pari pari con Esa... cioè, quella lì diventa proprio il grimaldello della questione… della cassaforte, perché... siccome c’è proprio... cioè noi (Aid, ndr) facciamo dire ai francesi, che loro… diranno, praticamente, che l’unica ditta che potrà entrare in sub-appalto come sub-contractor con l’Agenzia è Esa... hai capito?". E ancora: "quella frase lì... che in qualche modo, chiudeva al mondo tutti quanti al di fuori di Sabino... adesso, chiude al mondo tutti quanti al di fuori di Esa". La telefonata è del 15 novembre 2023; il 27 il generale avrebbe perorato la causa di Esa con un ammiraglio, poi avrebbe riferito a Benedetti del buon esito dell’incontro oltre dell’imminente risoluzione del contratto con la Es e imminente assegnazione della commessa ad Esa; il 4 dicembre Botto dice alla moglie di aver ricevuto una "tangente" di 2mila euro. Il giudice delle indagini preliminari Luca Ramponi afferma che ci sarebbe "la prova di una messa a disposizione, conseguente ad un accordo corruttivo" ma che questo non gli avrebbe fatto fare "specifici atti contrari ai doveri d’ufficio". In cambio avrebbe ricevuto 9320 euro, pranzi e cene nella sede di Bibbiano e nella villa di Benedetti Enrico, doni di Natale.

L’indagine, come anticipato ieri, si estende anche ai rapporti di Benedetti ed Esa con municipalizzate che si occupano di rifiuti in altre regioni: avvisi di garanzia sono stati recapitati a due manager di ’Sei Toscana’, con sede a Siena; la Gdf ha eseguito attività negli uffici. Indagati anche il direttore e un dipendente di Amia Verona spa: il primo per "rivelazione del segreto d’ufficio" e "turbata libertà" in un commessa di cassonetti nel giugno 2023, che poi Esa non si aggiudicò.