Banchetto di destra nel luogo di Piero. Sinistra Italiana: "Vili provocatori". Tarquini: "Autorizzati dal Comune"

La lista civica si piazza davanti alla baracca del partigiano ’Peter’ Canovi sul Ponte di San Pellegrino. Pederzoli (Si) insorge: "Vergognosa sfrontatezza". L’avvocato: "Non sa accettare il contraddittorio".

Banchetto di destra nel luogo di Piero. Sinistra Italiana: "Vili provocatori". Tarquini: "Autorizzati dal Comune"

Banchetto di destra nel luogo di Piero. Sinistra Italiana: "Vili provocatori". Tarquini: "Autorizzati dal Comune"

Scintille tra destra e sinistra a due settimane dal voto. Ad accendere la miccia è il banchetto della lista civica di Giovanni Tarquini sindaco (nella foto) davanti alla baracchina del partigiano ’Peter’ al secolo Piero Canovi, nei pressi del ponte di San Pellegrino. Ad aprire il fuoco è Cosimo Pederzoli di Sinistra Italiana che lo attacca. "Vili provocatori. Il banchetto del centrodestra davanti alla baracchina di Piero Canovi, il partigiano ‘Peter’, è il segnale della sfrontatezza di una destra che non ha il senso della misura, tantomeno della storia. Il candidato Tarquini è appoggiato dal Fratelli d’Italia, partito che nel simbolo ha la fiamma tricolore che arde sulla tomba di Benito Mussolini. Una vergogna che la città non si merita. Sinistra In Comune è il miglior antidoto, antifascista".

La replica di Tarquini, candidato sindaco del centrodestra, non tarda ad arrivare. "Ho riflettuto molto prima di scrivere questa nota. Certo è che di tutto posso essere accusato in questa campagna elettorale, fuorché di scorrettezza e mancanza di rispetto; che invece, ahimè, quotidianamente subisco in vari modi", chiosa. E poi spiega nei dettagli: "Siamo stati autorizzati dal Comune di Reggio a predisporre i classici banchetti elettorali in vari punti del territorio comunale. Uno di quelli che ci hanno assegnato è il minuscolo Piazzale Lepanto dove, tra l’altro, insiste la baracchetta commemorativa della Resistenza, già deposito e luogo di riparazione di biciclette".

Tarquini poi risponde alle accse: "Ebbene, alla parola proferita nei nostri riguardi “vili provocatori” mi sono davvero indignato. Una città, Reggio Emilia, Medaglia d’oro della Resistenza – continua l’avvocato tramite una nota – che democraticamente accetta, o almeno mi auguro che accetti, l’esistenza del contraddittorio politico, spero altrettanto vivamente che non ceda di fronte al facile tema della nostra provocazione. Questa sarebbe la scorrettezza. Perché non mi appartiene, non appartiene alla mia lista e non appartiene alle persone intelligenti che hanno letto bene: eravamo lì perché autorizzati dal Comune, nulla di più".