Beato Rolando Rivi. Sangiuliano sfida l’Anpi: "Vorrei vederli qui a chiedere scusa"

Il titolare del dicastero della cultura: "Storia taciuta per motivi politici". I partigiani: "Risponderemo presenti all’invito, ma chiarisca su antifascismo".

Beato Rolando Rivi. Sangiuliano sfida l’Anpi: "Vorrei vederli qui a chiedere scusa"

Beato Rolando Rivi. Sangiuliano sfida l’Anpi: "Vorrei vederli qui a chiedere scusa"

"Vorrei vedere qui i vertici dell’Anpi a chiedere scusa a Rolando Rivi per quello che è accaduto". Il ministro della cultura Gennaro Sangiuliano ieri mattina ha ‘sfidato’ l’associazione partigiani davanti alla chiesa di San Valentino di Castellarano in occasione della commemorazione del beato Rolando Rivi, il giovane seminarista ucciso all’età di 14 anni nel 1945 dai partigiani comunisti. "Ovviamente – ha detto il ministro, accompagnato dal viceministro alle infrastrutture Galeazzo Bignami e ricevuto dal prefetto Maria Rita Cocciufa e dal presidente della Provincia nonché sindaco di Castellarano, Giorgio Zanni – non c’è una responsabilità diretta da parte dei vertici attuali di Anpi: sarebbe bello però se si unissero a noi nel ricordare questa figura. Essere qui è un atto doveroso perché la storia del beato Rivi, per evidenti motivi politici, è stata per troppo tempo taciuta e sottostimata rispetto al valore. C’è stata una sottovalutazione storica di questa vicenda".

Per Sangiuliano è significativo ricordare che la Chiesa cattolica "l’abbia proclamato beato sottolineandone il martirio e che una sentenza dello Stato italiano, quella della Corte di Assise di Lucca che nel 1951 condannò i responsabili dell’uccisione, sentenza poi confermata dalla Corte di Assise di Appello di Firenze e infine dalla Cassazione, abbia riconosciuto precise responsabilità. Credo che la vicenda umana di Rolando debba diventare memoria collettiva e ogni anno bisogna celebrarne il ricordo". Il ministro ha inoltre rimarcato che c’è una verità "giudiziaria dei tribunali italiani che condannarono alcuni partigiani comunisti per questo delitto. Non c’è stata adeguata narrazione. La vicenda di Rivi, per evidenti implicazioni politiche, non ha avuto il rilievo che merita. È stato definito il martire bambino e la sua storia deve essere riproposta non per alimentare divisioni, ma per ottenere il giusto riconoscimento".

La replica dell’Anpi non si è fatta attendere. "Non abbiamo alcuna intenzione di ignorare o tacere i reati commessi da partigiani, siano stati essi comunisti o di altra estrazione politica – ha detto l’associazione partigiani al TgR – Siamo sulla linea che ha percorso Otello Montanari: il silenzio e l’oscurità non fanno parte della Resistenza e delle idee che l’hanno ispirata. A un invito risponderemo con la nostra presenza. La cosiddetta “pacificazione” non si affronta però ad episodi e deve cominciare dalla chiarezza sulla questione dell’antifascismo, base fondamentale della nostra Costituzione. Il clima di odio, di violenza e sopraffazione di quegli anni porta responsabilità nette e precise che vanno riconosciute e dichiarate". Nel 2018 Meris Corghi, la figlia di uno degli assassini, chiese scusa ai familiari del beato Rolando in uno storico gesto di riconciliazione durante la Messa di commemorazione celebrata dall’allora vescovo Massimo Camisasca.

Matteo Barca