Bob, Orazio, Piero, Prandi: che amarcord. E Meneghin elogia Melli: "È più bravo di me"

Al cinema AlCorso la presentazione del film sull’ex pivot della Nazionale raduna le glorie biancorosse e i dirigenti di oggi

Bob, Orazio, Piero, Prandi: che amarcord. E Meneghin elogia Melli: "È più bravo di me"

Bob, Orazio, Piero, Prandi: che amarcord. E Meneghin elogia Melli: "È più bravo di me"

Ci sono storie che non finiscono mai. Perché galleggiano nella nostra anima per sempre. Riportando a galla emozioni profonde e ricordi intensi. Proprio come le emozioni e i ricordi che sono affiorati ieri sera in un gremito cinema AlCorso dove si è radunata la tribù del basket reggiana per assistere al docufilm ’Storia di una leggenda’ dedicato alla vita di Dino Meneghin insieme allo stesso Meneghin e a Bob Morse. Due personaggi che hanno preso per mano il basket italiano a metà degli anni 70 trasportandolo verso quella dimensione di grande sport che ancora oggi stiamo vivendo.

C’erano un po’ tutti a celebrare Bob e Dino: da Piero Montecchi, che ha giocato con entrambi, a Orazio Rustichelli; da Enrico Prandi che portò Morse a Reggio a Sandro Crovetti, conduttore della serata e per anni dirigente di alto livello del basket italiano; da Giovanni Iori, uno dei primi allenatori della Pallacanestro Reggiana a coach Priftis; dalla presidente Veronica Bartoli al sindaco Luca Vecchi, all’infettivologo Marco Massari, un passato da cestista e un futuro da aspirante sindaco.

Tutti a godersi un tuffo in anni ruggenti grazie all’organizzazione del presidente della Fip Provinciale Davide Giudici. Che ha aperto le danze con i ringraziamenti di rito e la grande soddisfazione per aver riunito "due leggende del basket". Due leggende che si sono beccate ovazioni lunghissime. Prima Dino Meneghin che ha presentato il film e si è un po’ raccontato, riuscendo a non prendersi troppo sul serio: "Ho vinto tanto e ho ricordi bellissimi. Il grande rimpianto? Aver scoperto che una squadra NBA (Atlanta Hawks, ndr) mi aveva inserito nelle scelte: peccato che lo venni a sapere dopo alcuni mesi. Quesi bastardi potevano almeno farmi una telefonata... Ricordi di Reggio? La prima volta che ci giocai, nel 1968, facemmo uno scherzo al nostro allenatore Messina: ci alzammo tutti di scatto dalla panchina e lui cadde per terra. Ancor oggi collego la vostra città a quello scherzo". A quel punto all’ex pivot della nazionale viene chiesto se considera Melli il suo erede: "Nick è più bravo di me. Sa fare tutto, ha la capacità di giocare per i compagni ed è un vero uomo squadra".

Poi ecco salire sul palco Bob Morse per il quale l’applauso sembrava davvero non finire mai: "Ricordo ancora gli applausi per il mio addio al basket: quando sono giù di morale riguardo quelle immagini. Meneghin ha fatto la mia fortuna,insieme abbiamo vinto tantissimo. A Reggio trovai Dado Lombardi: ricordo che non voleva che tirassi da 3 punti e per convincerlo lo invitai a pranzo. Alla fine mi disse che potevo tirare da 3 ma solo quando ero libero. Chiusi l’anno con il 59% di realizzazione perché, seguendo il suo consiglio, tiravo solo quando ero smarcato...". Morse arrivò a Reggio nell’autunno del 1983 e l’allora presidente biancorosso Enrico Prandi ha ricordato che per convincerlo lo raggiunse a Taormina dove era in vacanza: "Restammo ore a parlare vicino a una piscina. Poi lui venne a Reggio e visitò la città con attenzione. Si prese qualche giorno e poi disse sì". Prima della serata al cinema, Meneghin e Morse erano stati ricevuti in Comune. Il sindaco Vecchi ha raccontato di aver conosciuto il basket proprio con l’arrivo di Morse: "Questa iniziativa – ha chiosato – è molto emozionante per una città che con il basket ha un rapporto straordinario".