Braccialetti elettronici malfunzionanti. Il giudice: "Basta, ora rimuoveteli"

I genitori, con divieto di avvicinamento alla figlia, sarebbero protagonisti di una vicenda simile a quella di Saman

Braccialetti elettronici malfunzionanti. Il giudice: "Basta, ora rimuoveteli"

Braccialetti elettronici malfunzionanti. Il giudice: "Basta, ora rimuoveteli"

Prima i braccialetti elettronici, disposti nell’ambito delle misure cautelari, non risultano disponibili: mancano, e quindi non vengono applicati. Poi, a distanza di alcuni giorni, quando vengono reperiti e installati, risultano malfunzionanti. Alla fine l’avvocato difensore degli indagati, Mario Di Frenna (foto), chiede e ottiene dal giudice che vengano tolti: "Quei dispositivi squillavano in continuazione e stavano rendendo la vita impossibile ai miei assistiti e ai loro familiari". E ora la coppia si trova senza i braccialetti che erano stati inizialmente prescritti. Il procedimento riguarda i genitori di una 20enne pakistana la cui storia sembra assomigliare a quella di Saman Abbas.

Oltre al fatto che entrambe le vicende si sono dipanate a Novellara, dall’inchiesta condotta dai carabinieri sono emersi altri punti in comune. La 20enne sarebbe stata costretta a sposarsi a distanza nel novembre 2021 con un cugino, da lei mai conosciuto. Poi ha confidato ai servizi sociali che il padre le avrebbe prospettato un viaggio in Pakistan, probabilmente per celebrare il matrimonio in presenza. Alla ragazza, che si era opposta, il genitore avrebbe rivolto una minaccia: "Se non ti sposi farai la fine di Saman". Il 52enne e la moglie 37enne (matrigna della ragazza) sono indagati per maltrattamenti; l’uomo anche per costrizione al matrimonio. Il pubblico ministero Giulia Galfano aveva chiesto e ottenuto per i genitori il divieto di avvicinamento alla ragazza e di comunicazione con lei; il giudice delle indagini preliminari Silvia Guareschi aveva disposto, il 21 dicembre scorso, i braccialetti elettronici. Una settimana dopo, non risultavano ancora installati: il Carlino ha interpellato carabinieri e questura, che hanno spiegato che l’applicazione dei dispositivi dipende dalla società telefonica che li gestisce e di solito necessita di qualche giorno, e che in città i destinatari sono seguiti dalla polizia di Stato, in provincia dall’Arma. Secondo quanto ricostruisce l’avvocato Di Frenna, "ai genitori sono stati applicati i braccialetti il 5 gennaio, ma erano malfunzionanti: suonavano ogni quarto d’ora, costringendo le forze dell’ordine a intervenire molte volte. Il padre, mentre lavorava, veniva disturbato dal continuo allarme, e aveva applicato lo scotch, mentre i figli si risvegliavano di notte. Tramite il gip, abbiamo chiesto che fossero sistemati: i tecnici sono intervenuti il 18 gennaio, ma non li hanno riparati. Così abbiamo chiesto la revoca per malfunzionamento, e i dispositivi sono stati tolti lunedì". Rimane in vigore per la coppia il divieto di avvicinamento alla figlia, in attesa della conclusione delle indagini preliminari.

Alessandra Codeluppi