ANTONIO LECCI
Cronaca

Brescello, il marito di Catia Silva condannato per calunnia al maresciallo dei carabinieri

Un anno e cinque mesi ad Antonio Mori per dichiarazioni al processo per minacce mafiose alla moglie

Il tribunale di Reggio

Il tribunale di Reggio

Reggio Emilia, 16 gennaio 2024 - Antonio Mori, il marito di Catia Silva - storica attivista antimafia ed ex consigliere comunale di Brescello (nella Bassa Reggiana) – è stato condannato a un anno e cinque mesi di reclusione con l'accusa di calunnia e falsa testimonianza nei confronti di un maresciallo dei carabinieri, Stefano Airini, all’epoca in servizio a Brescello, dove l’imputato risiede. La sentenza del giudice Matteo Gambarati, del tribunale di Reggio Emilia, è arrivata nel pomeriggio di oggi. I reati sarebbero maturati nel 2017, quando Mori venne ascoltato come testimone nell'ambito di uno dei processi per minacce mafiose, in cui la moglie era parte offesa. In una di quelle udienze, il 22 febbraio 2017, il 65enne avrebbe detto di non aver mai firmato un verbale di sommarie informazioni che gli era stato sottoposto in aula che, invece, recava la sua firma. Il verbale sarebbe stato redatto il 16 gennaio 2012 nella caserma dei carabinieri di Brescello. Con quelle dichiarazioni, di fatto, Mori avrebbe accusato il militare di "formazione di atto pubblico falso sapendolo innocente", dicono le accuse. Dopo quelle dichiarazioni venne aperto un fascicolo nei confronti del maresciallo, poi archiviato. In seguito all'archiviazione arrivò dunque il processo a carico del marito della Silva, ora giunto a sentenza. L'avvocato difensore dell'imputato, Gianluca Vinci, ha già annunciato l'intenzione di fare appello. Il militare si era costituito parte civile con il legale Michele Della Valle del foro di Parma.