Capodanno Birmano a Casa Cervi

L’appello per la pace recitato con tante preghiere diverse

Capodanno Birmano a Casa Cervi

Capodanno Birmano a Casa Cervi

Per il capodanno birmano sono affluiti a Casa Cervi a Gattatico, gli esponenti della comunità del Myanmar in Italia per una giornata che si è snodata fra un incontro, pranzo tipico, canti e festa. Fra i partecipanti tantissimi studenti che studiano nei nostri atenei, soprattutto a Parma, suore birmane di 5 ordini (Provvidenza, Riparazione, Francesco Saverio, Maria Bambina, Preziosissimo sangue), tanti italiani, più di 400 partecipanti. C’è anche una famiglia birmana, che ora abita a Padova con i suoi tre figli. La giornata si riassume in tre parole chiave: libertà, pace, spiritualità. All’incontro delle 11, Albertina Soliani (presidente istituto Cervi) esordisce: "Viviamo questo capodanno, perché la libertà è una sola e riguarda tutti, che dobbiamo condividere per arrivare alla liberazione del popolo del Myanmar, che avverrà nei prossimi mesi: il popolo vincerà con un atteggiamento culturale di non violenza. Se imparassimo anche noi in Occidente non saremmo al punto drammatico in cui siamo". Il ministro degli affari umanitari del governo di unità nazionale, in esilio, Win Myat Aye aggiunge: "L’importanza di questo evento è l’incontro e la condivisione tra comunità birmana e italiana"

A loro si uniscono anche, Rossana Riccò (Presidente Associazione Amicizia Italia-Birmania), Thuzar Linn (Comunità birmana Italia), Alberto Botto (vicepresidente dell’Associazione per l’Amicizia Italia-Birmania. Spicca, in chiusura, un momento di ecumenismo con suor Sara (Preziosissimo Sangue), che apre le preghiera col Padre Nostro, seguita dal monaco buddista Alberto Alcozer (comunità Bodhidarma/Lerici), Maria Agusta Favalli (Parma/fede Bahà’ì) e l’Imam Ataul Wasih Tairq (Bologna), che recitano, ognuno, una preghiera universale. Poi il momento festoso del cibo.

Mariagiuseppina Bo