
L’avvocato Valter Biscotti, che tutela le vittime della strage di via Fani
di Alessandra Codeluppi
Nessuna pacificazione possibile. Cinquant’anni dopo, il dolore non può unire chi era opposto all’altro, su fronti diversi della storia. "Leggo con stupore le dichiarazioni fatte al Carlino dalla difesa del brigatista Lauro Azzolini, già condannato a quattro ergastoli", e che poi è stato ammesso alla semilibertà: "Mi riferisco a quando l’avvocato ha detto: “Credo che in tribunale siano state percepite la sofferenza e la fatica emerse dal racconto di Azzolini“. Ebbene, loro non possono immaginare il dolore delle famiglie che in questi anni hanno dovuto sopportare in silenzio, in quanto vittime di criminali come le Brigate rosse".
L’avvocato Valter Biscotti, che tutela le vittime della strage di via Fani, ci ha contattati per replicare duramente alle parole dall’avvocato Davide Steccanella che difende Azzolini, ex Br reggiano, 81 anni, imputato ad Alessandria per i morti della Cascina Spiotta, insieme al capo Renato Curcio e all’altro componente Mario Moretti.
La polemica è nata dalle dichiarazioni spontanee rese nel processo ad Alessandria sullo scontro a fuoco del 5 giugno 1975: durante il blitz per liberare l’imprenditore vinicolo Vittorio Vallarino Gancia, rapito dalle Br 24 ore prima, morirono un appuntato dell’Arma, Giovanni D’Alfonso e anche la militante delle Br Mara Cagol, moglie di Curcio. Azzolini ha rivelato lunedì per la prima volta che quel giorno era presente pure lui, che allora era riuscito a far perdere le proprie tracce. Ha espresso "dispiacere" al figlio del carabiniere ucciso; e ha anche raccontato che Cagol fu uccisa dopo che alzò le mani in segno di resa.
Di fronte a questo racconto, Biscotti ha rilasciato una prima dichiarazione nella quale sollecitava Azzolini perché rivelasse ulteriori verità a sua conoscenza sulle circostanze del sequestro e la tragica fine di Aldo Moro. Steccanella, da noi interpellato, si era detto "allibito", aveva risposto che si tratta di un procedimento distinto e aveva poi descritto lo stato d’animo del suo assistito nel rendere quella testimonianza. Da noi raggiunto, l’avvocato Vainer Burani, che difende Curcio, ha invece sostenuto la necessità di parlare di quei fatti, ma a 360 gradi, senza omettere eventuali errori fatti dallo Stato. Sono state soprattutto le parole di Steccanella a colpire Biscotti, che è anche avvocato dell’Associazione vittime del terrorismo: "In passato feci riaprire il caso Moro su aspetti non chiari dell’omicidio: se ne occuparono anche la Commissione parlamentare d’inchiesta e la Procura di Roma".
Portando avanti il pensiero dei parenti, Biscotti puntualizza: "È bene ricordare il sacrificio delle famiglie, le uniche che hanno portato il peso del piombo di quegli anni e hanno tenuto dritta la schiena della democrazia". E distingue: "Non riesco a capire la sofferenza di Azzolini, emersa quand’è stato scoperto, 50 anni dopo i fatti, come complice di un omicidio. Ribadisco invece la mia vicinanza ai famigliari del carabiniere D’Alfonso. E se Azzolini - rilancia - volesse far luce sul caso Moro...". Poi Biscotti conclude: "Le vittime non sono certamente i terroristi chiamati a confermare dopo 50 anni i loro omicidi e che non devono pensare di avvicinarsi al dolore provato dalle famiglie di chi è stato ucciso".