Chiesti quattro anni per Antonio Silipo

Quattro anni di condanna per Antonio Silipo. È la pena più alta richiesta in un processo in cui si contestano...

Quattro anni di condanna per Antonio Silipo. È la pena più alta richiesta in un processo in cui si contestano fatture false, imposte evase e documenti distrutti. I sette imputati devono rispondere a vario titolo di reati tributari commessi tra 2012 e 2015. Cinque di loro sono stati legati al processo ‘Aemilia’, alcuni con ruoli di spicco nella cosca. Silipo, 54enne cutrese residente a Cadelbosco fu condannato in via definitiva nell’abbreviato di ‘Aemilia’ a 14 anni e ora detenuto a L’Aquila. Due imputazioni sono in concorso con la figlia 33enne Floriana, che uscì da ‘Aemilia’ con l’assoluzione in Appello: una per operazioni inesistenti, l’altra per mancata presentazione della dichiarazione dei redditi, evadendo imposte per 59mila euro. Un’altra accusa riguarda lui e il figlio 35enne Francesco, già condannato nell’abbreviato di ‘Aemilia’ a 3 anni e 8 mesi: distruzione e occultamento di scritture contabili e documenti. Figura poi Antonio Gualtieri, 62 anni, residente a Reggio: per lui la pena in ‘Aemilia’, in abbreviato, fu di 12 anni; ora come amministratore della Ediltetti deve rispondere di dichiarazione fraudolenta mediante fatture per operazioni inesistenti. E poi il 46enne Salvatore Muto, condannato in ‘Aemilia’ a 9 anni e 2 mesi, ora collaboratore di giustizia: come a.d. della Magisa srl avrebbe distrutto scritture contabili e documenti. Nell’ultima udienza davanti al giudice Matteo Gambarati, l’avvocato Claudio Bassi ha sollevato un’eccezione difensiva per Antonio Silipo, sostenendo che la Procura gli abbia contestato tardivamente la recidiva reiterata infraquinquennale, quando ormai era già decorso il termine di prescrizione per alcuni addebiti. A sostegno ha portato una decisione della Cassazione, secondo cui trascorso quel limite temporale vi è uno sbarramento per cui ogni successiva contestazione non può essere accolta, dato che il reato è estinto. Le altre difese si sono associate. Il giudice si esprimerà nella prossima udienza, quand’è attesa la sentenza.

Alessandra Codeluppi