L’ex consigliere comunale Carmine De Lucia è stato condannato a 2 anni, pena sospesa, col rito abbreviato, per il reato di corruzione. La vicenda riguarda la compravendita di loculi cimiteriali a Santa Maria a Vico, paese in provincia di Caserta di cui lui è originario. Il dispositivo della sentenza cita esplicitamente la riformulazione della contestazione nell’articolo 320 del codice penale: che è, appunto, ‘corruzione di persona incaricata di un pubblico servizio’, come anticipato dal Carlino. Emerge anche la condanna a pagare le spese e il risarcimento al Comune di Santa Maria a Vico, costituito parte civile. Il 55enne è difeso dall’avvocato Ernesto D’Andrea: ieri il legale, interpellato, non ha voluto rilasciare dichiarazioni. Ecco il verdetto emesso giovedì dal giudice dell’udienza preliminare Federica De Bellis, del tribunale di Napoli: "Letti gli articoli 438, 533 e 535 del codice di procedura penale, dichiara Carmine De Lucia, previa riqualificazione giuridica dei fatti nell’ipotesi di cui all’articolo 320 del codice penale, responsabile del reato a lui ascritto e, con le circostanze attenuanti generiche e la riduzione per il rito, lo condanna alla pena di anni 2 di reclusione, oltre spese processuali e di sofferta custodia cautelare, pena sospesa e beneficio della non menzione". Più avanti: "Condanna De Lucia al risarcimento del danno nei confronti della parte civile costituita, Comune di Santa Maria a Vico, da liquidarsi in separata sede. Condanna, altresì, De Lucia alla rifusione delle spese di costituzione e giudizio a favore della predetta parte civile che liquida nella misura di 1.500 euro, oltre spese generali, Iva e Cpa come per legge".
Il pm della Dda di Napoli Luigi Landolfi aveva chiesto per lui 6 anni di condanna. L’aggravante mafiosa, inizialmente a lui contestata, di agevolare il clan camorristico Massaro, è decaduta. De Lucia era stato arrestato l’11 gennaio nella sua casa di Reggio, dove abita da oltre vent’anni, dalla Finanza reggiana, delegata dalla Dda di Napoli, che ha coordinato gli accertamenti delle Fiamme gialle di Caserta e di Marcianise. L’ex consigliere è accusato del fatto in concorso con due uomini. Uno è Domenico Nuzzo, ritenuto contiguo alla cosca, al quale giovedì il gup ha comminato 9 anni per estorsioni, truffa e violenza privata con l’aggravante 416 bis (per lui il pm aveva chiesto 15 anni). L’altro è Giuseppe Pascarella, concessionario dei servizi cimiteriali, che invece sarà giudicato col rito ordinario, al via in gennaio, insieme ad altri imputati: è lui l’incaricato del pubblico servizio a cui si fa riferimento a proposito di De Lucia. Secondo l’accusa, che all’inizio contemplava anche l’agevolazione mafiosa, poi depennata per il 55enne, "De Lucia, come aggiudicatario di un modulo da 16 loculi, ha promesso e dato a Pascarella e a Nuzzo una somma di 400 euro per ogni loculo venduto a terzi a 3.500 euro". I fatti addebitati risalgono al maggio 2020, sei anni dopo la fine del suo mandato in Sala del Tricolore. Dopo ventidue giorni in custodia cautelare in carcere, prima a Reggio e poi a Bologna, De Lucia fu rimesso in libertà dal Riesame. Davanti ai giornalisti si sfogò: "Ho vissuto un incubo, pur non avendo mai fatto nulla di illecito". L’iimputato potrà valutare di ricorrere in Appello.
Alessandra Codeluppi