Criptovalute, serve una specifica legislazione

L’approfondimento: per tutelare maggiormente i ragazzi sarebbe utile un’adeguata alfabetizzazione finanziaria da proporre nelle scuole

Criptovalute, serve una specifica legislazione

Criptovalute, serve una specifica legislazione

Le criptovalute sono una forma di denaro digitale che esiste solo su Internet. Immaginate di avere una sorta di valuta virtuale, come quelle dei videogiochi, che potete usare per fare acquisti o scambi con altre persone, ma senza averla fisicamente fra le mani come le banconote tradizionali. Criptovalute come Bitcoin, Ethereum, Ripple e molte altre (l’equivalente di euro, sterline e dollari) sono sempre più usate e stanno cambiando il modo in cui si fanno affari e si investe.

Nella pratica di tutti i giorni i ragazzi potrebbero avvicinarsi a questo mondo tramite i siti di videogame, in cui si possono unire il piacere del gioco e la possibilità di vincere.

Ma nel concreto cosa si può comprare coi bitcoin? In realtà anche un’auto. Infatti, anche se sembra strano, ci sono portali per l’acquisto di beni materiali che li accettano tranquillamente.

Perché piacciono le criptovalute? Sono libere, non sono gestite da nessun Paese o banca e chiunque abbia Internet in qualunque parte del mondo può utilizzarle.

Sono però anche fortemente inquinanti perché si gestiscono solo con l’utilizzo di tecnologie complesse, alimentando il riscaldamento globale. Tutti inoltre possono possederle facilmente, ma questo favorisce le attività criminali: in passato infatti alcuni siti permettevano di acquistare criptovalute tramite una semplice mail, senza il controllo di chi faceva le transazioni, alimentando quindi commerci illegali per l’impossibilità di risalire al venditore e al compratore.

La scoperta di questi traffici ha reso più rigoroso il controllo dei movimenti, anche se rimane un rischio notevole legato alle truffe: ultimamente sui social vanno di moda le richieste di bitcoin in cambio di regali di vario tipo da parte di (finti) influencer o (finte) società. La promessa è che in cambio di una piccola somma di bitcoin, questi verranno restituiti con guadagni del 100 per cento. Ovviamente è tutto falso e i bit non tornano indietro. Esistono anche app false, del tutto simili a quelle vere, in grado di rubare le criptovalute sul wallet dell’utilizzatore: la persona che le usa pensa di finanziare qualcosa per sé e fa invece ‘donazioni’ ai truffaldini proprietari delle app.

Arginate le potenzialità criminali, quali vantaggi può dare l’uso di bitcoin agli adolescenti? Al momento nessuno, meglio continuare a puntare sulla paghetta di genitori e nonni, ma per il futuro può essere un sistema economico da tenere in considerazione: con i dovuti accorgimenti diventa tracciabile e ‘potenzialmente ecosostenibile’ tramite energie rinnovabili. Sicuramente, per tutelare maggiormente i ragazzi – molto attratti da questo nuovo mondo e dai facili guadagni che promette – servirebbe una specifica legislazione nazionale e, perché no, un’adeguata alfabetizzazione finanziaria da proporre nelle scuole.

Federico III D