FRANCESCA CHILLONI
Cronaca

Denunciano la lavanderia: "Tosse e bruciore agli occhi"

Finisce a carte bollate la lite tra una famiglia e l’esercizio al piano di sotto "Scarica i suoi fumi vicino alla nostra finestra, basterebbe una canna sul tetto".

Si è arrivati all’esposto-querela alla Procura della Repubblica nella vicenda che vede contrapposta la famiglia di Antimo Pirozzi ed una lavanderia a gettoni aperta circa tre anni fa, che scarica i propri vapori proprio sotto le finestre del loro appartamento.

Dopo aver interpellato Arpae, Ausl e polizia locale, tramite l’avvocato Alessandro Occhinegro la famiglia ha domandato all’amministrazione comunale di intervenire a tutela della salute degli abitanti.

"Nei giorni scorsi ci è stata inoltrata la risposta del Comune - spiega il legale - A loro parere l’attività non crea problemi per la salute pubblica e non ritengono di adottare alcun provvedimento di sospensione dell’attività. Questo nonostante la scorsa estate la moglie si fosse dovuta recare per tosse e bruciori agli occhi al Pronto soccorso, e ne era uscita con una prognosi di 7 giorni".

"Non capiamo – aggiunge – perché il titolare dell’attività non ritenga opportuno installare una canna fumaria per portare oltre il colmo del tetto i fumi, oppure attuare opere insonorizzanti al soffitto o alle lavatrici dato che il Pirozzi lamenta un danno alla salute non solo a causa dei vapori che provocano lacrimazione ma anche perché ha disturbi del sonno a causa del rumore". Interventi, come quello di un cappa a tubo di qualche metro, che sarebbero anche di spesa contenuta rispetto ad un contenzioso legale.

Ma, afferma Pirozzi, "nonostante abbia cercato un compromesso con il titolare di questa attività, l’interlocuzione non è andata a buon fine".

L’uomo è avvilito perché la situazione che gli provoca problemi a dire di chi non abita sopra alla lavanderia, non sarebbe altro che un piccolo disagio.

"Da una bocchetta posta dietro una grata di una finestra laterale, posta a meno di due metri dalla finestra del mio appartamento – spiega – fuoriesce una grande quantità di vapore, residui di combustione, e polveri dei tessuti provenienti delle quattro asciugatrici a gas della lavanderia, che entrano in casa e nelle pertinenze, provocando bruciore agli occhi e alle vie respiratorie, tanto che mia moglie, in un occasione, è dovuta ricorrere al pronto soccorso".

L’Ausl aveva effettuato un sopralluogo, rilevando la presenza di "depositi di polvere bianca" e che sulla "finestratura e la griglia sono presenti ingenti quantità di polvere e fibre provenienti dal tubo di emissione delle asciugatrici".

Aveva poi rimesso la decisione al sindaco Fausto Torelli, quale autorità sanitaria locale (e peraltro medico), le verifiche "di competenza edilizia e smaltimento fumi".

Dopo aver informato l’Ufficio tecnico e incontrato il sindaco e il vicesindaco, il cittadino sperava che l’esercente venisse almeno obbligato ad installare una canna fumaria dalla finestra al tetto.

A fronte dell’ennesimo buco nell’acqua, Pirozzi ha dato mandato all’avvocato Occhinegro di procedere legalmente.