Diagnosi e cura, il Sulpl:: "Più guardie giurate"

Aggressioni in serie agli operatori del reparto, il sindacato di polizia locale: "Segnaliamo il problema già da cinque anni, nel silenzio totale delle istituzioni".

Diagnosi e cura, il Sulpl:: "Più guardie giurate"

Diagnosi e cura, il Sulpl:: "Più guardie giurate"

Non è affatto nuovo il problema sicurezza al Diagnosi e cura dell’ospedale di Correggio. L’argomento, tanto dibattuto in questi giorni dopo le numerose aggressioni avvenute nelle scorse settimane, era emerso già cinque anni fa, quando il sindacato di polizia locale Sulpl aveva denunciato la scelta, giudicata infelice, di collocare a Correggio questo reparto, in un luogo dove si registra da tempo una carenza di organico della polizia locale, con il servizio oltretutto quasi sempre chiuso di sera e di notte. I sindacalisti Lorenzo Cristofaro e Luca Falcitano sottolineano il "totale silenzio delle istituzioni locali e dell’Azienda Usl davanti a queste considerazioni", di fronte a una realtà legata all’evidente impossibilità delle forze dell’ordine del distretto della Pianura Reggiana "di reggere il carico di interventi di carattere provinciale che prima erano divisi tra il comando della polizia locale di Reggio Emilia, che ha 160 agenti a fronte dei trenta della Pianura, carabinieri e polizia di Stato della città". I sindacati di polizia locale si dichiarano soddisfatti della volontà di individuare una nuova sede per il reparto, a Reggio Emilia, in tempi che si spera siano brevi. E invitano a potenziare il presidio di guardie giurate al Diagnosi e cura, per essere un adeguato supporto al personale sanitario. "I numeri delle forze dell’ordine e della polizia locale del distretto correggese – aggiungono Cristofaro e Falcitano – non permettono di fare molto di più di quanto avviene ora. E per evitare che la stessa problematica possa ripetersi una volta ricollocato il servizio a Reggio Emilia, invitiamo l’Ausl a programmare in tempi brevi l’approvazione del protocollo di gestione dei Tso a livello provinciale, coinvolgendo tutti i vari attori in campo, forze dell’ordine e polizie locali comprese. La Regione Emilia Romagna già nel 2019 ha stilato un documento con le linee di indirizzo per la redazione di protocolli locali in materia di Tso e Aso". Il Sulpl chiede pure di essere coinvolto nelle decisioni, da cui finora risulta essere stato quasi sempre escluso.