"Esami caotici e poca pratica: Ingegneria del veicolo, così non va"

La lettera di un gruppo di studenti del terzo anno: "Giunti alla fine, siamo quasi tutti pentiti della scelta fatta. L’attività di laboratorio è stata carente, così come i rapporti con le aziende. Non eravamo la Motor valley?"

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Cattiva organizzazione, poca attività in laboratorio, dialogo con le aziende ’asfittico’. E la brutta sensazione di non essere più così preparati ad affrontare il futuro. Sono questi i punti salienti di una lettera che alcuni studenti del corso di laurea di Ingegneria del veicolo hanno spedito alla nostra redazione. I ragazzi chiedono, per ovvi motivi, di rimanere anonimi, ma le critiche sono decisamente circostanziate. In parole povere, questi studenti si sentono ’traditi’: si aspettavano un certo tipo di formazione, prettamente pratica, ma dicono di essersi sporcati le mani ben poco. E, come si legge, sospettano che il corso – che sembra perfetto per la culla della Motor Valley – sia solo un ’Ingegneria meccanica’ più ’trendy’.

Ma ecco le loro riflessioni, scaturite dopo un nostro servizio in cui si evidenziava il calo degli iscritti a Unimore. In quell’occasione il rettore Carlo Adolfo Porro aveva parlato di "un equilibrio tra numero di iscritti e servizi necessari a percorsi di formazione di qualità e un proficuo accesso ai mondi del lavoro".

"Meno iscritti perché la qualità dei corsi è in aumento? – scrivono i ragazzi – Non sappiamo a quale università si riferisca il rettore di Unimore, difficilmente crediamo si tratti del caso di Modena e Reggio. Quello che dovrebbe essere il fiore all’occhiello dell’ateneo, al centro della Motor Valley, rischia di perdere terreno adagiandosi sugli allori: la triennale in Ingegneria del veicolo temiamo stia prendendo una brutta piega. Basta chiedere a qualche studente al terzo anno per rendersi conto che i problemi sono tanti e gravi. Sia chiaro: fortunatamente almeno metà del corso é erogato egregiamente, grazie alla presenza di professori veramente stimabili sotto ogni punto di vista. Al contempo, però, persistono situazioni problematiche con diversi altri docenti anche di discipline fondanti della meccanica, inaccettabili nell’università tra le più rinomate del campo. La cosa su cui riflettere maggiormente – argomentano i ragazzi – è la pessima programmazione degli esami. Mentre la maggior parte dei corsi universitari prevedono pochi esami nell’ultimo semestre, quello al termine del quale dovrebbe esserci la possibilità di laurearsi, noi ne abbiamo ben 6: sfidiamo chiunque a laurearsi a luglio avendo passato 6 esami nei primi 20 giorni di giugno. In un periodo nel quale ai motori termici non si fa altro che dare addosso, e noi già abbiamo paura e dubbi sul nostro futuro vorremmo tanto che l’università sapesse coltivare le nostre passioni, invece che mutilarle in questa maniera. Noi che, col senno di poi, avremmo in gran parte scelto altre strade. Non avere incontri con realtà della Motor Valley non è qualità, così come avere gli stessi esami di Ingegneria meccanica: aggiungere la parola ‘veicolo’ al nome dell’esame non lo rende un valore aggiunto se poi, di fatto, i programmi sono pressochè identici".