Fatture distrutte, condannati Silipo padre e figlio

Processo per reati tributari: condanne e assoluzioni per 7 imputati, tra cui Antonio Silipo e figlio. Documenti distrutti e imposte evase tra il 2012 e il 2015.

Si è concluso ieri il processo di primo grado per 7 imputati accusati di reati tributari commessi tra il 2012 e il 2015: fatture per operazioni inesistenti, imposte evase e documenti distrutti. Cinque di loro sono stati giudicati anche nel processo di ‘ndrangheta ‘Aemilia’. Figura Antonio Silipo, 54enne cutrese, residente a Cadelbosco, che nell’abbreviato di ‘Aemilia’ prese 14 anni e ora è detenuto all’Aquila. Il giudice Matteo Gambarati ieri lo ha condannato a 1 anno e 8 mesi (la Procura aveva chiesto 4 anni, la pena più alta), mentre ha deciso per il figlio 35enne Francesco Silipo 8 mesi (per lui in ‘Aemilia’, abbreviato, 3 anni e 8 mesi). Padre e figlio, il primo amministratore di fatto e il secondo di diritto della Global group srl, sono stati ritenuti responsabili di aver distrutto documenti di cui è obbligatoria la conservazione, cioè fatture emesse nel 2009/2011, per impedire la ricostruzione dei redditi e del volume d’affari e così evadere le imposte. Il giudice ha assolto Antonio Silipo e la figlia Floriana Silipo, 34 anni, dall’accusa di non aver presentato la dichiarazione dei redditi della Reggiana charter nautici srl per il 2013, con imposta evasa di 59mila euro: "Il fatto non sussiste". Assolto anche Salvatore Muto (1977), collaboratore di giustizia, condannato in ‘Aemilia’ a 9 anni e 2 mesi. Come legale rappresentante della Magisa srl era accusato di aver distrutto fatture del 2009/2011: per il giudice "non ha commesso il fatto". Dichiarato il non doversi procedere per prescrizione per un’accusa a carico di Antonio Silipo e della figlia Floriana che riguardava fatture per operazioni inesistenti nel 2011. Cade la tagliola temporale anche per un 68enne di Cutro e un 61enne di Bagnolo, finiti a processo per dichiarazione fraudolenta mediante fatture per operazioni inesistenti. Prescrizione anche per Antonio Gualtieri, 62 anni, residente a Reggio, condannato nell’abbreviato di ‘Aemilia’ a 12 anni: dichiarato il non luogo a procedere per dichiarazione fraudolenta nella veste di rappresentante della Ediltetti. In aula ieri la pubblica accusa è stata rappresentata dal procuratore capo Calogero Gaetano Paci; nel pool delle difese figurano gli avvocati Claudio Bassi, Francesco Saggioro, Claudio Vincetti e Stefano Vezzadini.

Alessandra Codeluppi