"Feci e rifiuti abbandonati. Questa è la nostra Reggio"

La denuncia dei commercianti dell’Ospizio: "Il degrado a due passi dal centro"

"Feci e rifiuti abbandonati. Questa è la nostra Reggio"

"Feci e rifiuti abbandonati. Questa è la nostra Reggio"

"Questa è Reggio. Guardate cosa accade alle porte del centro, in via Emilia Ospizio: all’altezza del De Gustibus e della banca, basta girare per via Chiesi ed ecco lo spettacolo a cui ci tocca assistere tutti i giorni: tra un cassonetto e l’altro feci ovunque, una latrina a cielo aperto. Guardate in che condizioni versa il nostro quartiere. Uno scempio". Tornano ad alzare la voce i commercianti del quartiere Ospizio: non solo la sensazione quotidiana di insicurezza, che chi vive e lavora in zona ha già denunciato più volte, anche sulle nostre pagine, ma anche il totale degrado in cui versa la zona: rifiuti abbandonati per terra, escrementi lasciati accanto al marciapiede, proprio vicino ai cassonetti dell’immondizia. "Uno spettacolo vergognoso", fanno notare, ormai disperati, i commercianti. A rappresentare uno dei maggiori problemi è la criminalità - micro e non - che imperversa nel quartiere, che sarebbe dovuta anche all’uso smodato del crack. Qui, avevano detto i negozianti, le risse sono all’ordine del giorno. E ancora, macchine aperte, rotte, spaccate per arraffare quello che c’è dentro, e sempre lì, nel piazzale dietro via Emilia Ospizio che si affaccia sullo stadio Mirabello, c’è quello che viene da tutti chiamato il covo dello spaccio. Compravendita di droga alla luce del sole, una situazione, anche questa, più volte segnalata dai residenti. Poco distante, la gelateria, con il titolare che sul nostro giornale ha raccontato di recente la situazione spiacevole in cui si vedono costretti a vivere ogni giorno, tra furti riusciti e tentati e gente che va a dormire negli spazi riparati dei palazzi: ogni posto, d’inverno, è buono per trovare un rifugio. I cittadini della zona stanno correndo ai ripari, installando cancelli, proteggendosi come possono. A due passi da lì, poi, il Caffè della Gabella, proprio all’ingresso del centro storico, ha deciso di chiudere appena passato il turno del pranzo: "Lo scenario è andato a mano a mano peggiorando – ha spiegato il titolare, Stefano Frattura –, chiunque può vedere quanta criminalità ci sia per strada. Prima, anni fa, tenevo aperto anche nel pomeriggio, ma poi ho lasciato perdere. Che senso ha se poi devo stare sempre a chiamare la polizia?"

Da qualche tempo, quindi, l’attività resta chiusa a partire dalle 15.30. Al massimo, "organizziamo qualche serata, ma con eventi mirati, proprio per non attirare brutta gente. Però, purtroppo, non sempre funziona e siamo comunque costretti a chiamare le forze dell’ordine", aveva detto Frattura in un’intervista al Carlino.

Chiara Gabrielli