"Fumi dalla lavanderia sotto casa, mia moglie è finita al pronto soccorso"

La rabbia di un residente: "Abbiamo segnalato tutto a vigili, Arpae, Ausl e Comune. Ma non è cambiato nulla".

"Fumi dalla lavanderia sotto casa, mia moglie è finita al pronto soccorso"

"Fumi dalla lavanderia sotto casa, mia moglie è finita al pronto soccorso"

Da tre anni una famiglia convive in modo conflittuale con una lavanderia a gettoni che scarica i propri fumi sotto le finestre dell’appartamento abitato. I residenti, dopo aver interpellato Arpae, Ausl e polizia locale, adesso domandano all’amministrazione comunale di intervenire a tutela della loro salute. "Da una bocchetta posta dietro una grata del finestrone, a meno di due metri dalla finestra del mio appartamento, fuoriescono una grande quantità di vapore, residui di combustione e polveri dei tessuti provenienti dalle quattro asciugatrici a gas della lavanderia, che entrano in casa e nelle pertinenze, provocando bruciore agli occhi e alle vie respiratorie, tanto che mia moglie, in un occasione, è dovuta ricorrere al pronto soccorso", spiega Antimo Pirozzi, residente in via Grandi a Montecchio, che aggiunge: "Nonostante abbia cercato un compromesso con il titolare dell’attività, la cosa non è andata a buon fine". Il cittadino dunque si è rivolto ad Arpae, vigili e Ausl: "Solo quest’ultima ha fatto un sopralluogo, ma senza fare alcun tipo di analisi o rilievo, rimettendo però al sindaco e al Comune le verifiche di competenza edilizia e smaltimento fumi". L’Ausl ritiene che "la tipologia delle emissioni non costituisca un problema di salute pubblica" ma "per la mitigazione consiglia o un sistema di filtrazione e deodorizzazione prima dell’emissione in atmosfera, oppure, se tecnicamente possibile, il convogliamento degli aeriformi oltre al colmo del tetto". L’Arpae invece ha inviato una nota al Municipio affinché si occupasse della problematica. Pirozzi sottolinea: "Dopo aver informato l’ufficio tecnico comunale (più di un anno fa), aver avuto un incontro con il sindaco e successivamente anche con il vicesindaco, la situazione è rimasta la stessa". A parere di Pirozzi lo scarico contravverrebbe norme comunali "e anche al D.M. 37/2008 che prevede lo scarico dei fumi oltre il colmo del tetto dove possibile, o sistemi di abbattimento. Questa situazione va ormai avanti da tre anni. Stessa identica situazione si è verificata ad esempio a Livorno, dove l’Ausl e la polizia locale hanno disposto addirittura la chiusura della lavanderia".

Francesca Chilloni