Giustiziato in officina "Silipo, delitto pianificato Fu una vera esecuzione" Niente sconti di pena

Il legale: "Vedova costretta a tornare a Cutro, vive col reddito di cittadinanza"

Giustiziato in officina  "Silipo, delitto pianificato  Fu una vera esecuzione"  Niente sconti di pena

Giustiziato in officina "Silipo, delitto pianificato Fu una vera esecuzione" Niente sconti di pena

di Nicola Bonafini

"Quella di Salvatore Silipo è stata una vera e propria esecuzione. E noi lo dimostreremo". Per farlo, il pubblico ministero, Piera Cristina Giannusa, porterà al banco dei testimoni 31 persone. Si è così aperto, ieri mattina, il rito ordinario per l’omicidio di Salvatore Silipo, 28 anni, freddato con un colpo di pistola al collo, nei locali della ’Dante Gomme’ a Cadelbosco il 23 ottobre del 2021. Unico imputato è Dante Sestito, 71 anni, che deve rispondere di omicidio volontario, aggravato dalla premeditazione, crudeltà e futili motivi.

Sestito nell’aula presieduta dal giudice Cristina Beretti – a latere Matteo Gambarati e i giudici popolari –, non era presente. C’erano, invece, i parenti di Silipo i quali, con compostezza e grande attenzione, hanno assistito alla prima udienza.

Il team difensivo di Sestito, formato dagli avvocati Luigi Colacino e Giuseppe Migale Ranieri, ha sollevato, come già in fase di udienza preliminare, le eccezioni di nullità relative al decreto di rinvio a giudizio e alle circostanze aggravanti, per farle decadere e chiedere il rito abbreviato che comporterebbe lo sconto di pena di un terzo. Secondo i legali, infatti, queste sarebbero "insussistenti". Posizione cui si è opposta con forza il pm e le parti civili. La presidente Beretti dopo una breve camera di consiglio ha rigettato l’istanza, dando, di fatto, il via al dibattimento.

"Per Sestito, Silipo era già colpevole. Aveva rubato delle gomme con dentro del denaro, e per questo doveva morire – attacca fin dall’inizio il pm Giannusa –. Proveremo che è stato un delitto pianificato in quasi tutti i dettagli. Crudeltà? Ce lo diranno i soggetti, il fratello ed il cugino, che erano con la vittima quel sabato di ottobre del 2021, che chiameremo a testimoniare. Silipo ha visto la morte con i suoi occhi prima di venire colpito da quella pallottola al collo". La difesa nella lista testi presentata ha incluso anche lo stesso imputato, che darà davanti alla corte la sua versione dei fatti. Particolarmente d’impatto sono stati gli interventi delle parti civili. L’avvocato Mattia Fontanesi che rappresenta la madre, la sorella e il fratello di Silipo evidenzia come: "Lo dice l’autopsia e le perizie mediche: quel colpo di pistola, ha di fatto frantumato il collo di Salvatore Silipo. È stato un delitto premeditato e fortemente voluto".

LO STRAZIO

DEI FAMILIARI

"Io difendo due bambini, di un mese (la figlia, ndr) e uno di 4 anni all’epoca dei fatti, che non fa altro che chiedere quando suo papà torna dal cielo dove è andato – spiega l’avvocato Barbara Bettelli del foro di Modena –. Questi piccoli hanno dovuto subire uno sradicamento fortissimo da un luogo famigliare. Il figlio continua a disegnare il papà e pur essendo un bimbo felice, è in cura da uno psicologo. La mamma (parte civile pure lei, e rappresentata in giudizio dall’avvocato Roberto Chiossi, ndr), dopo la morte del marito è stata costretta a tornare a Cutro, in Calabria, dove ha, almeno, il supporto della sua famiglia. Non lavora, vive col Reddito di Cittadinanza, e l’Inps passa per i figli un sostentamento di 130 euro".

Il processo proseguirà il 22 settembre con i primi testimoni dell’accusa, tra cui il fratello e il cugino della vittima presenti il giorno dell’omicidio.