Gli agricoltori pro-diga in marcia: "Puntiamo al festival di Sanremo"

Si troverà domani mattina in piazza Lenin la delegazione reggiana guidata da Catellani. .

Gli agricoltori pro-diga in marcia: "Puntiamo al festival di Sanremo"

Gli agricoltori pro-diga in marcia: "Puntiamo al festival di Sanremo"

Da piazza Lenin al Teatro Ariston. La lunga marcia degli agricoltori pro-diga della Val d’Enza punta a Sanremo, dove sono già presenti i trattoristi del movimento "Riscatto agricolo" e dove altri ne potrebbero convergere data la rilevanza mediatica del Festival, ormai piazza principale dei manifestanti. La delegazione reggiana si ritroverà, con auto cariche di striscioni e cartelli, domani alle 7 in una piazza rossa con un significato speciale, non solo politico. Fu qui che nel 1997 l’allora sindaco di Cavriago, il parroco e Orietta Berti lanciarono l’appello per salvare dal macello il Toro Piero, 860 kg di muscoli, capostipite della "rinata" razza Rossa Reggiana. Il mitico riproduttore era della famiglia Catellani, che negli anni ‘90 tornò per prima a produrre Parmigiano Reggiano da latte di sola Rossa nel caseificio dell’istituto Zanelli a Coviolo. Uno dei fratelli Catellani, Luciano, oggi è tra i leader della delegazione che si recherà a Sanremo. Membro di minoranza del Cda della Bonifica dell’Emilia Centrale, porterà con sé altri "dighisti duri e puri": quelli che chiedono un invaso da 150 milioni di metri cubi d’acqua, più 30 per la laminazione anti-alluvioni. Quelli che il 22 gennaio parlarono a Bologna insieme ad altri imprenditori agricoli emiliano-romagnoli al corteo presso la Regione. "Non fare strutture sul territorio (come la Diga di Vetto) per sostenere l’agricoltura si inserisce in un disegno più ampio – ha spiegato Catellani martedì a Montecchio, nell’ambito del convegno sui cambiamenti climatici –. L’Europa comincia a dire di non prelevare acqua da falda: ma se si costruisce una diga piccola, cosa accadrà quando la siccità imporrà la scelta tra agricoltura e usi civili? Ci sono lobby internazionali che stano cercando di prendere possesso del settore agro-alimentare, dopo aver abbattuto tutto il comparto agricolo locale: ecco perché, ad esempio, tramite l’Ue vogliono eliminare tutti gli antiparassitari, i fitofarmaci. Si agganciano a concetti ambientalisti per far diminuire le produzioni zootecniche e sostituirle con la carne sintetica, gli insetti… Ci sono politici che non voglio tutelare i prati stabili, la produzione del Parmigiano-Reggiano. La richiesta della diga va di pari passo anche con la difesa dei posti di lavoro e del territorio: se ci sono acqua e terreni coltivati, si difende l’ambiente, la salute dei consumatori, la tipicità".

Francesca Chilloni